Dott.ssa Monica Buonaiuto

Dott.ssa Monica Buonaiuto

Psicologo, Psicoterapeuta

Tra adolescenza e sovrappeso, cosa posso fare per aiutare mio figlio?

Mio figlio (a gennaio 2015 compie 13 anni)conduce una vita sedentaria ed è in sovrappeso di molti chili. Da qualche mese manifesta continui atteggiamenti di ribellione rispetto ai consigli e alle imposizioni mie e di mio marito. Lavoriamo entrambi e al mattino abbiamo usciamo molto presto (ore 7.40) per arrivare in tempo sul posto di lavoro; ma mio figlio non collabora e si dilunga molto nelle pulizie personali, concentrando le sue attenzioni soprattutto alle mani e braccia, ignorando le continue sollecitazioni mie e di mio marito affinchè esca presto dal bagno. Inoltre preferisce trascorrere i suoi pomeriggi davanti al PC(guarda film) rifiutando di fare passeggiate con noi genitori.Ha pochi amici e frequenta occasionalmente un compagno della sua classe con cui trascorre ore a giocare al PC. Litiga continuamente con suo fratello (più piccolo di 18 mesi) con il quale è da tempo in conflitto. Ultimamente siamo molto tesi perchè l'armonia della nostra vita familiare vacilla. Le sarei grata se lei mi consigliasse un libro da leggere sull'adolescenza e le difficoltà ad essa connesse. Inoltre vorrei capire se questo atteggiamento di mio figlio rientra nella normalità di questa età difficile o invece nasconde un disturbo di tipo ossessivo. La ringrazio molto della sua collaborazione...cordiali saluti! Milena C.

Carissima Sig.ra

l'adolescenza è una fase dello sviluppo molto delicata essendo caratterizzata da significativi cambiamenti psico-fisici e da atteggiamenti di ribellione verso le figure genitoriali. E' una fase che certamente merita le dovute attenzioni senza tuttavia che si generino allarmismi ingiustificati. E' pur vero che anche  tutto il sistema familiare viene travolto dallo stesso sciame di cambiamenti che in qualche modo travolge l'adolescente per cui deve trovare il modo di riorganizzarsi in base ai cambiamenti in atto. Molto spesso capita che questa riorganizzazione sia più complessa di quanto si possa pensare. Nel vostro caso specifico, perchè ogni situazione è ha le sue peculiarità, il fatto che stiate risentendo tutti della situazione e che l'armonia della famiglia stia subendo degli squilibri andrebbe, dunque, approfondito per aiutarvi a capire  in che modo la famiglia può utilizzare le sue risorse per essere di supporto al giovane ragazzo nel delicato passaggio dalla fanciullezza all'età adulta. In questo caso una terapia, appunto, familiare rappresenta un modo per imparare ad utilizzare le risorse, di cui la famiglia certamente è già in possesso, e che sono necessarie per affrontare la fase critica dello sviluppo adolescenziale e accompagnare tutto il sistema in questo passaggio senza ulteriori e magari più gravi destabilizzazioni nè dell'adolescente e nè del sistema familiare di appartenenza. La lascio con un brano tratto da un testo che mi piace molto in cui trova anche una parte dedicata all'adolescenza:"Tutto quello che un libro può fare (e ciò vala anche per questo libro) è rivolgere l'attenzione su alcuni dei "problemi complessivi" che si incontrano nell'educazione dei bambini, additandone l'origine, il significato e l'importanza e soprattutto proponendo, tra i molti possibili, un certo atteggiamento mentale nell'affrontarlo. I consigli che vengono dati nei libri devono di necessità essere generici, presentare concetti astratti e conclusioni che nella migliore delle ipotesi si baseranno su situazioni analoghe alla nostra, senza mai pienamente rispecchiarne la specificità. Ciascun genitore e ciascun figlio sono individui unici, diversi da tutti gli altri; hanno avuto ciascuno una storia diversa e diverse saranno le loro reazioni a qualunque situazione data nonchè le loro reazioni reciproche. (Dal libro: Un genitore quasi perfetto di Bruno Bettelheim).