Dott. Nicola Zavanella

Dott. Nicola Zavanella

psicologo clinico, psicoterapeuta

Mi abbuffo quasi ogni giorno

Salve, sono una studentessa di intercambio in america latina. Ho sofferto in passato di questo disturbo ma me ne rendo conto solo ora che si e“ ripresentato con una frequenza che mi spaventa. Mi abbuffo quasi ogni giorno,e dopo cerco sempre un modo per sentirmi meno in colpa, che sia vomitare, esercizio o digiuno.. Non posso parlarne con la mia famiglia perche' mi rimanderebbero a casa, e mancano ancora 7 mesi, ma so che continuando cosi staro' sempre piu male, non riesco a smettere e non so se sia dovuto anche al fatto che non mi trovo bene con la mia famiglia ospitante.. Perfavore se qualcuno puo' darmi qualche consiglio lo faccia, sono disperata

Ciao Julia, posso immaginare come puoi sentirti...lontana da casa e abbattuta per il disturbo che lamenti…tra l'altro le abbuffate e le varie condotte compensatorie come il vomito, i digiuni, l'eccessivo esercizio fisico, ecc... mettono a dura prova tutto il tuo organismo e sono anche fisicamente molto debilitanti.

Probabilmente, se questo disturbo si è ripresentato e la sua frequenza è aumentata, potrebbe esserci qualcosa nel presente che ci sta sotto, che ti fa soffrire e che si esprime scatenandoti tutte queste dinamiche e questi sintomi. Forse qualcosa che non accetti e / o qualche aspetto emotivo non elaborato del quale non hai piena consapevolezza (tu stessa ipotizzi che il fatto che non ti trovi bene con la famiglia ospitante potrebbe essere collegato).

Sembra che tu senta il bisogno di parlarne con la tua famiglia, ma l’ipotesi che poi ciò possa farti allontanare dal tuo obiettivo, per il quale mancano ancora 7 mesi, ti fa desistere e ti fa sentire come intrappolata. Sembra anche che tu abbia una buona consapevolezza che la situazione è piuttosto difficile e che da sola, in questo momento, non puoi farcela a gestirla efficacemente.

Mi si affacciano alla mente diverse domande, alcune sono queste che ti scrivo: Pensi che parlarne con qualcuno, magari con uno psicologo del consultorio, potrebbe essere fattibile per te? Magari, dopo che hai trovato un aiuto, poi ti sentiresti di condividere il problema anche con la tua famiglia senza avere la paura di rischiare di dover tornare a casa e questo ti toglierebbe un peso? Hai qualche amica con cui parlare della situazione e con cui condividere i pasti della giornata?

Mi sento di dirti di continuare a fare quello che hai fatto anche qui: ovvero di proseguire nella tua richiesta d’aiuto e di portarla avanti non solo in rete, ma anche nella vita reale. Una volta che avrai tamponato l’emergenza e la situazione sarà tornata alla normalità, potresti iniziare un percorso volto a capire come mai in certi momenti tendi a ricadere in queste dinamiche e in questi sintomi. Un percorso diverso, non più orientato alla gestione della fase acuta, ma rivolto alle cause, alla prevenzione di eventuali ricadute future.

Un caro saluto.