Dott.ssa Olivia Marchese

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Dott.ssa Olivia Marchese

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

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Buonasera, vi scrivo perchè sono molto preoccupata per il mio compagno che mi ha recentemente accennato ad alcuni pensieri suicidi nell'ultimo periodo.
Sono preoccupata in quanto la sua situazione è molto complessa e tiene insieme diversi fattori. Da piccolo è stato allontanato dalla famiglia e sistemato in una comunità per minori in quanto la madre era alcolista e non è stata considerata in grado di prendersi cura del figlio. Purtroppo è mancata per via dell'alcool e la sua morte ha causato una profonda ferita nel mio compagno che non è stato in grado di salutarla un'ultima volta.
Questo dolore per la morte della madre lo porta a chiudersi in se stesso e a non comunicare le sue emozioni o pensieri e a rifugiarsi nell'alcool come via di sfogo quando si sente scoppiare.
Nell'ultimo anno gli è stato diagnosticato un tumore che per fortuna ha sconfitto, ma ha vissuto questo anno di malattia in modo molto distaccato. Non ha mai accennato una sola volta alle sue difficoltà o emozioni.
Questa sera, dopo aver festeggiato la guarigione, ha ecceduto con l'alcool e ha iniziato a sfogarsi con me confidandomi di aver più volte pensato di suicidarsi buttandosi dal balcone, ma si è sempre tirato indietro a sua detta per il dispiacere che avrebbe procurato a nostro figlio.

Ora io sono consapevole che lui abbia bisogno di un supporto professionale e sono stata la prima a suggerire un percorso psicologico per affrontare il lutto e tutto quello che ha vissuto nella sua infanzia; quello che mi preoccupa sono questi pensieri suicidi, che ho il timore diventino dei veri e propri tentativi.
Cosa posso fare?

Cara Chiara,

Penso sia importante che il suo compagno si rivolga in prima battuta ad uno psichiatra per valutare l'opportunità di un supporto farmacologico, sia per l'aspetto depressivo, sia per l'abuso di alcol. In un secondo momento, sarebbe opportuna una psicoterapia in modo tale da esplorare con costanza e impegno le origini delle sue difficoltà, e lavorare sul raggiungimento di uno stato emotivo positivo e di una migliore qualità di vita.

Ma queste sono scelte che deve fare lui. Purtroppo, per quanto ci si possa sentire impotenti di fronte alla sofferenza di una persona che amiamo, l'unica cosa che possiamo fare è supportare la sua scelta di cercare aiuto. Senza spinte né ricatti, ma semplicemente chiedendogli di trovare il coraggio di assumersi la responsabilità del suo benessere, perché da lì passa anche il benessere di suo figlio. E suo figlio ha il diritto di avere un padre che vuole vivere.

In bocca al lupo

Olivia Marchese