Delusione lavorativa

Gentili dottori, Il mio più che un consulto è un vero sfogo perché non mi sento compresa dalle persone a cui ho spiegato la situazione. Sono una studentessa all’ultimo anno di lettere moderne e mi mancano pochi esami alla laurea, ma nonostante questo, sto cercando un lavoro che mi permetta di iniziare già a fare esperienza. Il fatto è che a ogni colloquio sembra che il fatto che studi rappresenti un problema e poi, non so se per questo motivo, non mi chiamano più. So che è un momento difficile, una situazione cruciale nel nostro paese, ma non posso evitare di sentirmi sminuita e male ogni volta che sembra stia per essere assunta e poi puntualmente assumono altri. Mi è capitato di recente quando sono stata chiamata da un negozio proprio nei pressi di casa mia, per quello che offrono in giro era una paga decente per le ore lavorative svolte a tempo pieno. Mi è spesso capitato, visto che sono una ragazza dall’aspetto piacevole e angelico, di avere delle lusinghe e corteggiamenti dai datori in questione. In generale la bellezza a me ha sempre apportato problemi nel lavoro. Due settimane fa ho fatto una prova di due giorni in questo negozio, il titolare è un bellissimo giovane che sembrava avermi preso a cuore. Poi mi ha affiancato a due donne che sono sue dipendenti da diversi anni, una in maternità quasi e l’altra che per lavorare lì ha smesso di studiare. Io sono una credulona e pensavo di giocare la carta dell’amicizia e della simpatia, ma dentro di me sapevo che non mi avrebbero mai accettato, già solo perché tutti i colleghi maschi che mi avevano vista erano rimasti contenti di sapermi lo, perlomeno era questa la mia sensazione. Fatto sta che la prima giornata era andata bene e anche loro mi avevano fatto dei complimenti, il datore mi aveva vista e con tono ironico ha detto: Tu non devi piacere a me, ma a loro. Dentro di me già sapevo che sarebbe stata una bella gatta da pelare perché pur essendo donna, non ho alcuna fiducia nell’essere femminile perché a me ha sempre deluso. A fine prova il datore mi dice che ci saremmo sentiti una settimana dopo aver terminato tutte le prove, ma non si sono fatti più sentire e presumo che abbiano assunto un’altra persona. Per curiosità sono andata a vedere e c’era una donna adulta seduta lì. Immaginavo che sarebbe andata così. Sono molto arrabbiata a pensare a cosa si siano inventate con il datore per non assumermi. Anche perché a inizio ultima giornata di prova una di loro mi ha detto: conosci il mio ragazzo? Lui appena sei uscita ieri mi ha detto che hai un viso conosciuto. Da lì ho capito che il fatto che mi riconoscesse avrebbe precluso l’assunzione. Vorrei tanto avere il potere di licenziarle. Sono molto arrabbiata, un’esperienza lavorativa piacevole andata al vento per delle colleghe invidiose. Cerco di farmene una ragione, ma la delusione e la rabbia prendono il sopravvento. Come posso fare per gestire questa situazione e dimenticarla senza che faccia leva sulla stima di me stessa? Cordiali saluti

Ciao Mercedes,

grazie per aver condiviso il tuo vissuto con tanta sincerità.

Quando ci si mette in gioco, con entusiasmo e impegno, e poi ci si sente messi da parte senza spiegazioni, la delusione può diventare molto intensa. Soprattutto se questa sensazione si ripete, se si ha l’impressione che le proprie qualità non vengano viste — o peggio, fraintese o svalutate.

Il mondo del lavoro, per chi è all’inizio e ancora studia, può sembrare pieno di porte socchiuse: si entra, si prova, e poi si viene lasciati fuori. E ogni volta, è naturale che qualcosa dentro si incrini un po’. Che arrivi la rabbia, la frustrazione, o quella domanda difficile da ignorare: “ho sbagliato qualcosa?”.

Essere giudicati per l’aspetto o percepire tensioni legate a dinamiche di gruppo può minare la fiducia in sé, soprattutto quando si sperava in un’esperienza professionale positiva. Il tuo desiderio di essere accolta, di lavorare bene con gli altri, è del tutto legittimo. E il dolore che provi ora non parla solo di delusione lavorativa, ma di un bisogno più profondo: quello di essere riconosciuta per chi sei, senza dover continuamente difenderti o spiegarti.

Non sempre riuscire a “dimenticare” è possibile subito. Ma forse può essere utile iniziare a guardare con rispetto anche alla tua rabbia, perché sta proteggendo qualcosa di prezioso: la tua voglia di riuscire, la tua dignità, la tua energia. E la tua delusione, per quanto ora faccia male, non cancella il tuo valore.