Mio marito minaccia il suicidio
Salve ho un grande problema, dopo 21 anni tra fidanzamento e matrimonio mi voglio separare da 3 anni con mio marito, abbiamo 2 bambini e da qui è iniziato a morire il mio amore per lui, perché sono stata sempre convinta che dei figli non gliene importasse nulla. Purtroppo dopo tante mancanze ricevute negli anni esponendogliele, non è mai cambiato nulla ne verso me ne verso i figli, ormai non provo più nulla e non lo vedo più come un marito e con quell affetto che dovrebbe esserci. Da quando gli ho detto di separarci lui minaccia di continuo il suicidio, ha fatto anche sei veri atti e quindi non solo a parole, ha rifiutato la raccomandata dell'avvocato per accordarci e continua a dire di uccidersi e che non si separerà mai da me se non la morte lo farà. Io sto male e terrorizzata perché comunque non voglio il suo male, avevamo fatto delle sedute di terapia famigliare ma poi si è rifiutato di seguire altre terapie, è convinto delle sue decisioni, ma io mi sento in ostaggio, sto male io e i bambini ne risentono di questo clima in casa, nessuno riesce ad aiutarmi, i familiari non si interessano della situazione e sono sola.
Cara Arianna,
le tue parole fanno subito pensare a quanto possa essere estenuante vivere così, sentendosi intrappolati in una situazione che sembra senza uscita e che ti toglie respiro ogni giorno.
Hai portato alla luce una realtà durissima: il dolore di un amore che si è spento, il peso delle responsabilità familiari che ricadono tutte su di te, e sopra ogni cosa, la minaccia costante di un gesto estremo. È come se tu stessi cercando disperatamente una via per respirare di nuovo, ma ogni tentativo fosse soffocato dal senso di colpa, dalla paura, dall’idea di non avere più alcun alleato intorno.
Non è semplice scrivere a qualcuno che sta vivendo una forma di prigionia emotiva così profonda. Eppure, qualcosa in te ha deciso di non tacere più. Hai trovato un varco e lo stai attraversando, anche solo parlandone. Questo dice tanto del tuo coraggio.
Non voglio dirti cosa dovresti fare. Sarebbe ingiusto. Ma voglio dirti che non sei sbagliata se desideri salvarti, se senti che non puoi più reggere sulle spalle la vita di qualcun altro, se provi paura, rabbia, confusione, stanchezza… Tutte queste emozioni non fanno di te una cattiva persona, fanno di te una donna che sta provando a proteggere sé stessa e i propri figli in mezzo alla tempesta.
Il ricatto del suicidio, specialmente se si accompagna a tentativi reali, è qualcosa che lascia profondamente segnati. Lo so. Ma anche in mezzo a questo dolore, hai diritto a immaginare un futuro più libero, più sereno, più tuo.
Continua a tendere la mano, anche solo per farti ascoltare. Ogni parola che pronunci ti ricorda che tu esisti ancora, che meriti attenzione, cura, rispetto. Anche se sei stanca, anche se ti senti sola.
E se senti che è troppo per restare in piedi da sola, non è un fallimento: è solo un altro modo per dire che questa ferita ha bisogno di spazio e aiuto per poter guarire.
Ti sono vicino. Ottavio