Pianto e rifiuto scuola elementare
Buon pomeriggio, Mio figlio, 5 anni e mezzo ha iniziato la prima elementare. Ci è stato consigliato dalle maestre dell'asilo di anticiparlo poiché lo ritenevano pronto (ascolta le maestre, riesce a stare seduto, riesce a svolgere i compiti assegnati), ci avevano detto che fargli fare un altro anno di asilo per lui sarebbe stato controproducente; per questo poi ci siamo convinti. Questa settimana ha iniziato ma il distacco risulta davvero difficile la mattina, non vuole proprio uscire di casa. Le maestre devo dire mi sembrano molto dolci e premurose, anche gli altri bimbi sembrano molto tranquilli. Inoltre è in classe con due amichetti dell'asilo. Mio figlio fa logopedia perché ha un disturbo del linguaggio, e anche il logopedista ha consigliato di fargli iniziare la prima consigliando anche sedute di psicomotricità per aiutarlo a gestire le emozioni. La mia domanda è abbiamo forse sbagliato a mandarlo già in prima? Le maestre dicono che si calma subito e svolge le attività, quando vado a prenderlo lo trovo tranquillo dice che è andato tutto bene ma il giorno dopo si ricomincia con pianti e rifiuto di vestirsi e uscire. Non so proprio cosa fare
Ciao Francesca,
è comprensibile che tu sia in dubbio: quando un bambino mostra difficoltà nel distacco, soprattutto nei primi giorni di scuola, è naturale chiedersi se la scelta fatta sia stata quella giusta. Ma da ciò che racconti, sembra che tuo figlio stia attraversando un normale periodo di adattamento, più che un vero disagio legato all’anticipo scolastico.
Il fatto che a scuola si tranquillizzi, partecipi alle attività e che le insegnanti lo descrivano sereno è un segnale molto positivo: significa che l’ambiente è adeguato e che, pur con fatica iniziale, riesce a trovare sicurezza una volta dentro la routine. Il pianto del mattino non è tanto un segno di rifiuto, quanto una modalità con cui manifesta l’ansia da separazione e il bisogno di conferme in un contesto nuovo e più impegnativo.
A cinque anni e mezzo, la mente del bambino può essere pronta agli apprendimenti, ma le emozioni a volte hanno un passo più lento. Anche la logopedia e la psicomotricità, già consigliate, sono strumenti preziosi per aiutarlo a esprimere e regolare ciò che sente.
Puoi sostenerlo così:
Rendi i saluti del mattino brevi ma affettuosi: allungare il distacco aumenta l’ansia;
Rassicuralo sulla tua presenza (“Io vado a lavorare e poi torno, come sempre”);
Evita di promettere premi o punizioni, ma riconosci la fatica (“Capisco che ti dispiace separarti, è normale, ma so che poi ti sentirai meglio”);
Mantieni una routine stabile, così da offrirgli prevedibilità e sicurezza.
Con il tempo, la fiducia crescerà e i pianti tenderanno a diminuire. Più che un errore, sembra un momento di passaggio che richiede pazienza, fermezza e contenimento emotivo.
Se nei prossimi mesi noti che la fatica del mattino non si riduce o aumenta, può essere utile un breve confronto psicologico per te o per lui, per comprendere meglio le emozioni che si muovono nel distacco. A volte basta uno spazio di ascolto per aiutare un bambino — e un genitore — a ritrovare serenità nei nuovi inizi.