Vorrei capire come evadere dalla pressione che ricevo ogni giorno da mia madre
Da tre anni vivo una relazione abbastanza turbolenta a causa di certi comportamenti della mia famiglia. La gelosia di essere fidanzata ha fatto scaturire in mia sorella un comportamento ostile, facendo mettere in cattiva luce il mio ragazzo agli occhi dei miei dicendo che mi trattava male. Da quel momento mia mamma trova anche in comportamenti banali del mio ragazzo, un motivo per rimproverarlo. Io ho sempre avuto litigi con lui a causa della loro invasione. Mi sento oppressa telefonicamente e non libera di vivermi la mia vita fuori regione per lavoro a scuola. Lui si trasferirà da me ma questa decisione non è giusta per mia mamma e ogni giorno mi ripeté che non è il ragazzo per me, cercando di convincermi e facendomi sentire in colpa del fatto che lui mi ha cambiato e che non sono come Prima con lei. Sono stata fin da piccola succube delle sue regole che ho sempre rispettato essendo sempre una brava e buona figlia ma adesso ho bisogno dei miei spazi e mia mamma non mi permette di farlo serenamente e a lei si aggiunge anche il parere di mia sorella che va d'amore e d'accordo con lei perché obbedisce su tutti i suoi consigli anche se è più grande di me. Ho 27 anni e vivendo sola al momento mi sento ogni giorno ansiosa per questa situazione e ho paura ad intraprendere una convivenza con lui.
Ciao Alessia,
quello che racconti descrive molto bene il conflitto che vivono tante persone quando cercano di costruire la propria vita adulta mentre una parte della famiglia continua a esercitare controllo, giudizio o senso di colpa. La tua fatica non nasce solo dai litigi, ma da un legame con tua madre ancora carico di aspettative e bisogno di approvazione, che oggi entra in contrasto con il tuo desiderio di autonomia.
Quando una madre fatica a lasciare andare la figlia, spesso non è per mancanza d’amore ma per paura di perderla, e questa paura si traduce in invadenza, critiche o tentativi di trattenere. Tuttavia, per te ora il compito non è convincerla a capire, ma riconoscere il tuo diritto di scegliere. L’amore non deve passare dal consenso materno: può coesistere con il disaccordo, se impari a separare i suoi vissuti dai tuoi.
Può aiutarti stabilire piccoli confini concreti: limitare la frequenza delle telefonate, interrompere le conversazioni quando diventano accusatorie, usare frasi semplici ma ferme come “capisco che ti preoccupi, ma è una scelta mia”. All’inizio sarà difficile, perché cambiare la dinamica familiare genera inevitabilmente sensi di colpa, ma è proprio quel disagio il segno che stai crescendo e prendendo posizione per te.
Hai diritto a costruire la tua vita e le tue relazioni senza sentirti in colpa. Non significa rinnegare tua madre, ma imparare a essere figlia da adulta, non più da bambina obbediente.
Se senti che la pressione familiare ti toglie serenità o ti confonde nei tuoi sentimenti, può essere utile iniziare un percorso psicologico per ritrovare il tuo centro e imparare a dire “no” senza sentirti sbagliata. A volte, il primo passo verso la libertà è concedersi uno spazio sicuro in cui poter essere se stessi, senza dover più chiedere il permesso.