Aiuto vi prego

Ho 33 anni, ho avuto qualche mese una relazione con un mio collega. A novembre scopro di essere incinta ed inizialmente, sarà perché tra noi le cose non andassero benissimo, l’ho presa male non sapevo cosa fare non lo sentivo “mio”, poi pensando un po’ a l’età un po’ perché c’è chi lotta per avere un bimbo e un po’ anche lui sembrava contento(poi era d’accordo con ivg), avevo cambiato un po’ idea. Per farla in breve con lui chiudo e io mi trovo sola, lo dico alla mia famiglia dove inaspettatamente mio padre la prende bene e io come la stupida sono stata indecisa mi assalivano solo pensieri brutti, solo il lato problematico e non so cosa mi sia passato per la testa vedevo tutto buio nonostante tutti mi dicessero che me ne sarei pentita se avessi fatto l ivg. Purtroppo ieri l’ho fatto e se all’inizio ero sollevata adesso vorrei morire. Ho sempre desiderato avere un figlio anche sola e magari prima dei 35 anni. Diciamo che Dio mi aveva dato questo dono e io non l’ho accettato. Non capisco cosa mi sia passato per la testa, avevo voglia di parlare con un psicologo ma nessuno mi ci ha fatto parlare. Andrò privatamente adesso che è troppo tardi. La mia vita è finita non accadrà mai più. Scusate eventuali errori ect ma ho gli occhi pieni di lacrime, mio padre l’ha presa anche malissimo non voleva lo facessi.

Cara Federica,

ti leggo e mi viene spontaneo prendermi una pausa, respirare, e rileggere ancora. Perché dentro queste righe c’è una vita che trema. E tutto quello che sento non è “una scelta sbagliata” o “un errore irreparabile”, ma il peso enorme di una decisione presa in solitudine, con addosso una confusione che, forse, nessuno ha davvero accolto fino in fondo.

Hai cercato di fare del tuo meglio, pur sentendoti persa. E se adesso provi dolore, è perché qualcosa di te – della tua storia, dei tuoi desideri, del tuo corpo – ha bisogno di essere guardato con più gentilezza e meno colpa.

Non c’è un modo “giusto” di vivere tutto questo, ma c’è un modo per attraversarlo: piano, accompagnata, dando spazio a ogni emozione, anche quelle più ambivalenti.

Hai tutto il diritto di chiedere aiuto, adesso. Anzi, è il momento giusto per farlo. Il fatto che tu senta il bisogno di parlarne è già un passo importante. Non per tornare indietro, ma per tornare a te.

 

Con rispetto, Ottavio