Continuo a non avere alcuna relazione soddisfacente e duratura

Salve, il quesito che pongo è abbastanza complesso, cercherò di essere coinciso e chiaro allo stesso tempo. Ho appena letto l'articolo “La madre castrante e la difficoltà di amare“, e devo dire di ritrovarmi molto nella descrizione del figlio castrato, soprattutto perché sono omosessuale. La prima considerazione che mi viene in mente è che allora ho ragione nel considerare l'omosessualità come una conseguenza di un rapporto sbilanciato con i propri genitori, ma i terapisti che ho avuto sembrano impreparati a risolvere questo problema, in quanto considerano l'omosessualità una naturale variante del comportamento umano. Preciso che io non ho mai avuto problemi ad accettarmi come omosessuale, anzi all'inizio mi è sembrata un'ottima strategia e mi ha donato diversi anni di benessere. Ma ho 41 anni e continuo a non avere alcuna relazione soddisfacente e duratura. La seconda considerazione, o meglio una domanda, è: come se ne esce? Grazie mille, Giuseppe

Molto probabilmente il primo obiettivo da raggiungere per poter intraprendere una relazione equilibrata e duratura è risolvere il conflitto interno che tu stesso vivi con la tua natura. Il rapporto sbilanciato con i tuoi genitori non è stato la causa della tua omosessualità, ma ha certamente contribuito a indurre uno stile relazionale poco funzionale. IL fatto di accettare la tua omosessualità è stato il primo indispensabile passo verso il benessere, ma successivamente bisogna sanare i conflitti che intercorrono nelle relazioni con i partner, cosa che non più a che vedere con le preferenze sessuali. Nella tua lettera non specifichi come mai le tue relazioni risultano insoddisfacenti ed è necessario che tu focalizzi moltobene l'attenzione su questo per verificare se ci siano degli schemi ricorrenti e delle modalità che tu metti in atto tuo malgrado e che fanno collassare la relazione.

Il mio consiglio è quindi di andare a riepilogare i comportamenti ricorrenti che si sono verificati in te stesso e nei tuoi compagni, per poi valutare quali genere di difese sottintendevano. Tutto ciò andrebbe fatto con l'aiuto di uno specialista, oltre che essere accompagnato da una reale voglia di  migliorare e mettersi in gioco in prima persona nel miglioramento.