Dott.ssa Paola Guarino

Dott.ssa Paola Guarino

Psicologo, Psicoterapeuta

Ho perso mia figlia

Buongiorno, ho perso mia figlia lo scorso anno, dopo una lunga malattia che è durata due anni. Due anni in cui abbiamo vissuto in simbiosi, alternando paura a speranze. Dopo qualche giorno dalla sua morte, mi sono affrettata a regalare molti suoi oggetti. Ho svuotato i suoi mobili e regalato i suoi vestiti. Temevo che col tempo il dolore sarebbe diventato più forte e avrei fatto della sua stanza un santuario. Da un lato credo di aver fatto bene, dall'altro ora soffro molto per aver gettato i bicchieri di una famosa caffetteria che c'è in tutto il mondo, con scritto su la città di dov'era stata e il suo nome (lei ci teneva moltissimo). E poi di aver svuotato un cassetto della sua scrivania, pieno zeppo di accendini, che lei aveva messo a posto nei primi tempi della malattia. Me lo aveva fatto vedere orgogliosa di aver fatto qualcosa nonostante il suo malessere. Io non mi so perdonare...

Cosa non puo' perdonarsi? Il tentativo di arginare un dolore infinito, disfacendosi di oggetti che le ricordavano sua figlia? Pensava davvero che regalando le sue cose avrebbe sofferto meno? No, io non lo credo. Io penso che lei nella disperazione per un evento che è contro natura, abbia solo fatto quello che in quel momento sentiva che non l'avrebbe fatta crollare di più e ha fatto bene. Non ha bisogno di oggetti per ricordare sua figlia, il suo odore, le sue espressioni, la sua pelle, non ne ha bisogno di sicuro. Le auguro davvero ogni bene.