Non riesco a provare amore

Buonasera, sono Elvira ho 20 anni e mi sono accorta che nessuno riesce a farmi provare quel sentimento che tutti chiamano “amore” e no, non è perchè “non è quello giusto”. La persona in se per se mi attrae anche ma non riesco a provare sentimenti per un’ altro come facevo un tempo. Mi sento quasi scocciata nello stare con un’altra persona, a conoscerla, a scrivergli. Credo sia iniziato tutto quando mio padre tradì mia mamma.. non so se è questo il vero motivo. A volte mi sembra che non mi interessi di nulla tranne di me stessa e mia madre, certe situazioni per quanto tragiche, nemmeno mi sfiorano. Non riesco a sentire emozioni se non la rabbia e la tristezza mentre i momenti di felicità sono minimi. Non so di cosa si tratta e vorrei saperlo

Buonasera Elvira, qualcuno scriveva che gli oggetti (e ad essi aggiungo anche i genitori e i fidanzati) sono qualcosa di indipendente da noi e solo quando noi cominciamo a rincorrerli diventano parte di noi e si confondono con noi stessi. Credo che i sentimenti siano una parte integrante della nostra natura umana e non possiamo non provarli, forse ci difendiamo da essi. Ma questa è solo una ipotesi. Papà, mamma, sono delle persone con le proprie vite, le proprie scelte, i propri innamoramenti, ed hanno solo un collegamento con i miti, quello paterno e quello materno, che esistono dentro di noi prima ancora che noi nascessimo. La prego di considerare il fatto che ciò che condiziona le nostre scelte, i nostri sentimenti, non sono le persone reali che abbiamo di fronte, come il padre e la madre, ma i loro miti. Forse questo "sintomo" di cui lei mi parla (Non riesco a provare amore) in assoluto non sia vero, perchè si può provare amore per qualsiasi cosa: per un genitore, per un fratello (se c'è) ed anche per un cane o un gatto, o persino per un oggetto inanimato come la propria casa o la propria città. Forse quello che lei teme veramente è di avere problemi con gli uomini, partendo dal quello che è per lei l'uomo per eccellenza, suo padre. Ma mi creda quello che conta veramente di questo "sintomo" è la chiamata della sua anima che la invita a pensare meno ai problemi dei suoi genitori reali e di più ai suoi veri bisogni.