Lui non si fida di me o pensa che sia una poco di buono?

Gentili dottori, Sto con il mio ragazzo da quattro mesi. Chiaramente viviamo anche l’intimità insieme, ma ieri abbiamo litigato proprio per questo. L’altro ieri siamo stati insieme e lui mi ha praticato sesso orale. Ieri a telefono mi ha detto che ha notato arrossamento alle gengive e mi ha chiesto se può essere associato alla pratica sessuale e se i miei fluidi vaginali, in quanto la vagina ha un ambiente acido, abbia provocato un’infezione. Siccome sono molto informata su queste cose gli ho detto di stare tranquillo che quasi sicuramente si tratta di gengivite dato che lui è predisposto perché fuma e che non fa la pulizia da tanto tempo. Però non posso negarvi che se anche ho capito cosa volesse intendere, mi sono offesa e ieri abbiamo discusso. Lui si è scusato e mi ha detto che intendeva tutt’altro, ma non si sa esprimere perché è ignorante in materia. Adesso però mi sento ancora in soggezione e arrabbiata per questo. Penso che lui percepisca il sesso con me come qualcosa che può mettere a rischio la sua salute. Lui è un tipo ansioso e quindi non mi piace pensare che l’amore con me lo renda più vulnerabile a sviluppare l’ansia. Anche io sono ansiosa e sensibile e anche una minima cosa che possa anche involontariamente provocargli io mi fa avere sensi di colpa assurdi. Purtroppo essendo informata su queste cose so cosa vuol dire fissarsi per ogni minimo particolare e so che chi fa l’amore con qualcuno, anche se la persona è pulita, può incorrere a problemi come infezioni o malattie, ma tra queste persone non voglio esserci io perché tutto posso passare ma tranne sopportare il pregiudizio che sia una persona sporca e promiscua. Aggiungo che lui non sopporta il preservativo e evita di metterlo. La prossima volta gli ho detto di evitare di fare cose insieme a me che lo facciano sentire insicuro. Mi ha risposto che per evitare che gli metta pressione di non cambiare niente. Ma io non ce la faccio, penso che lui abbia dei pregiudizi, forse inconsci, sul mio conto e mi fa stare arrabbiata con lui e quasi quasi se non si fida della mia igiene, non ha senso che continui a stare con me. Già non mi fido di nessuno e per me costruire una relazione seria era un’impresa, quando devo affrontare questo non mi sento proprio all’altezza. Come posso agire in questi casi? La mia reazione è esagerata? Grazie per l’attenzione, Cordiali saluti

Buongiorno Mercedes,

penso che quello che stia vivendo sia sicuramente un momento delicato in cui la sfera affettiva si intreccia con quella corporea, con tutte le fragilità, le insicurezze e i bisogni di conferma che ne derivano, soprattutto in una relazione "giovane" come la sua (4 mesi). La sua sensibilità e consapevolezza sono molto chiare: si è sentita ferita non tanto per la domanda in sé, ma per ciò che ha potuto evocare come il timore di essere percepita come "poco pulita", "pericolosa", "non degna di fiducia". E tutto questo, in una relazione dove già fa fatica ad affidarsi, pesa ancora di più. Non credo che la sua reazione sia esagerata, ma è sicuramente amplificata da una storia personale (come accenna lei stessa) fatta forse di ipercontrollo, ansia e un forte senso di responsabilità verso l’altro. Ovviamente lei non vuole "fare del male", nemmeno in modo involontario, e questo la porta a vivere tutto con estrema attenzione e profondità che genera a volte anche senso di colpa. Però mi permetta di dirle  che in una relazione sana, la responsabilità del benessere è condivisa. Il suo compagno ha il diritto di esprimere un dubbio (magari con modi maldestri), ma ha anche il dovere di ascoltare, fidarsi, rassicurare e non proiettare ansie personali sull’altro. Allo stesso tempo, lei non può farsi carico del peso emotivo e psicologico che spetta a lui.  A volte non sono i singoli episodi a creare un problema, ma ciò che attivano dentro di noi. E se si attiva la paura di essere giudicata o esclusa, è importante ascoltare quel segnale.
PS: Si chieda se in questa relazione sente davvero spazio per sentirsi sicura, vista e rispettata anche nella vulnerabilità.

Un caro saluto.
Dott. Pasquale Saviano
savianopasquale@hotmail.com