Non mi sono mai amata
Gentili dottori, Scrivo perché sono in un periodo della mia vita in cui vorrei avere una buona autostima per fronteggiarlo. Nella mia vita ho sempre avuto delle insicurezze, sfiducia e ora, da quando mia nonna e mio padre sono venuti a mancare, sento un enorme vuoto e una profonda malinconia del passato. Mi sforzo di vivere nel passato, mentre il mondo attorno a me va avanti inesorabilmente. Provo un grande sentimento di disillusione e vedo il mondo come un brutto posto in cui abitare. Dove mi giro mi giro vedo cose brutte, persone sfiduciate, una società decadente. Mi sento come se il mio futuro fosse incerto. Prima non ero così. In passato ho avuto diverse relazioni occasionali e questo è attribuirle al fatto che non pensavo di riuscire ad attrarre se non mediante il corpo, a cui chiedo immensamente perdono per averlo trattato senza rispetto e dignità. Ho sempre sofferto il confronto con le altre, anche se non avrei motivo dato che sono bella e mi percepisco bella sia dentro che fuori, ma applicare alla mia vita questo concetto non ci riesco. Mi tratto con pochezza e non trovo la forza di cambiare. Mi sento così poco rispetto agli altri, mi sento piccola piccola, come se gli altri fossero sempre più bravi e capaci di me. In passato è stato così perché ero timida e buona, un lato di me che ho soffocato per anni ma che all’occorrenza usciva fuori e non me ne capacitavo perché in fondo sono buona d’animo. Ho letteralmente perso anche la voglia di curarmi. Non so se è pigrizia o semplicemente depressione. Penso troppo alle cose, mi domando perché non riesca a prendere l’iniziativa e a agire Non c’è nessuna persona che si boicotti più di quanto lo faccia io. Come si esce da tutto questo? Ritornerò a sorridere?
Gentile Mercedes buon pomeriggio,
il suo è un messaggio attraversato da una sofferenza che merita ascolto e rispetto. Le parole che ha trovato per raccontare ciò che sente sono già un segnale importante: sta cercando di prendersi cura di sé, anche se forse oggi non le sembra. Il senso di vuoto, la malinconia, la sfiducia in sé e negli altri non sono colpe, ma ferite. Ferite che si sono probabilmente aperte molto prima delle perdite recenti, ma che ora si fanno sentire con più forza. E' comune sentirsi disorientati dopo un lutto, ma ciò che racconta lei va sicuramente oltre: mi sembra che ci sia un dolore che viene da lontano, un’abitudine a non riconoscersi valore, a cercare conferme fuori di sé, quasi come se non fosse mai stato possibile sentirsi pienamente degna di affetto, di rispetto, di cura. Lei scrive: “non mi sono mai amata”. Penso che sia proprio da lì che si può ripartire.
Non con grandi gesti, ma con piccoli passi. Anche chiedere aiuto, come ha fatto ora, è già un inizio. La psicoterapia potrebbe aiutarla a fare ordine, a dare un senso a ciò che ha vissuto, a riconoscere che la sua fragilità non è un difetto, ma una parte umana, che può trasformarsi in forza, se accolta con delicatezza. Si può uscire da tutto questo e tornare a sorridere. Ma per farlo, ha bisogno di accompagnarsi con uno sguardo più gentile verso di sé, essere più autocompassionevole e prendersi cura di sè è il primo passo verso un nuovo benessere.
Un caro saluto,
Dott. Pasquale Saviano – Psicologo Psicoterapeuta
savianopasquale@hotmail.com