Paura di pensare

Buona sera,
Ho deciso di richiedere un consulto su questo forum perché fino ad ora non ho riscontrato alcun problema analogo da parte di altri utenti.
È difficile riuscire a descrivere le sensazioni che provo e che ormai mi sembrano insostenibili.
Da circa un mese e mezzo nutro una grande paura nei confronti del mio pensiero.
Non riesco più a vivere serenamente, nonostante lo desideri con tutto il cuore.
Non si tratta di pensieri negativi che non riesco a scacciare, non c'è niente nel mondo esterno che giustifichi questa mia paura, potrei vivere molto tranquillamente e invece mi trovo a fare i conti con questo enorme conflitto interiore.
È come se un giorno mi fossi accorta che noi non siamo altro che pensiero, che tutta la nostra vita di fatto è legata alle elaborazioni del nostro cervello, perché in fondo è quello che siamo, pensieri, idee, ragionamenti, reazioni al mondo esterno, tutto avviene nella testa e così vale per la nostra stessa coscienza, siamo perennemente legati a questo flusso di parole/coscienza da cui non possiamo staccarci mai se non quando ci addormentiamo.
Non avrei mai voluto rendermi conto di questa "fregatura", adesso mi sento imprigionata dentro me stessa e temo di non riuscire più ad adottare la prospettiva più giusta e umana/normale con cui ho felicemente affrontato la vita fino a poco tempo fa (ho 23 anni).
È come vivere con una sconosciuta, vorrei scappare da me stessa, ho paura di rimanere da sola, di andare in giro da sola e di poter perdere il controllo dei miei pensieri (e al tempo stesso, paradossalmente, me ne sento intrappolata).
Non sono mai stata così male.
E non si tratta neanche di attacchi di panico, anche se la situazione ovviamente mi crea una certa ansia e angoscia, ma è piuttosto una consapevolezza costante.
Tendo ad immaginare graficamente i miei pensieri/ragionamenti nella testa, come se fossero scritti.
È come se non sapessi più come pensare in maniera normale.
Non so davvero come uscirne e ho paura che la situazione possa peggiorare, è una sofferenza continua.
L'unico sollievo a questo mio tormento è esternare il mio pensiero (qualsiasi esso sia) con la voce, quindi parlare oppure cantare; per lo stesso motivo preferisco leggere a voce alta, mentre leggere a bassa voce mi spaventa.
Solo così sento di avere i pensieri/le parole sotto controllo.
Tutto questo mi sta portando ad una sorta di avversione verso me stessa / perdita di identità perché ormai mi considero più come "cervello" piuttosto che nella mia totalità.
Vi chiedo gentilmente un parere e un consiglio sul percorso da intraprendere per provare a risolvere questo mio problema.
Vi ringrazio infinitamente.

Si può trattare del fenomeno della dissociazione. Sarebbe molto interessante fare tutta una serie di domande per fare una valutazione

più approfondita per questo consiglio di poter iniziare un percorso da un professionista che possa fare una buona valutazione. Consiglio un terapeuta EMDR practicioner che puoi tranquillamente trovare nella tua città basta vedere nel sito. E' vero che noi siamo come anche come ragioniamo "cogito ergo sum". Sulla base dei nostri ragionamenti che possiamo farci molto male, intrappolarci in modo disfunzionale, così come stai sperimentando. Per certi versi sei riuscita a capire il lato pericoloso di questa funzione, e questo è un bene, ma ne sei rimasta intrappolata, e questo è un male. La paura è solo una conseguenza.Una piccola e semplice strategia iniziale è quella di rimanere assolutamente ancorata alla azione presente, a ciò che devi fare lel quotidiano, riducendo il pensiero ai minimi livelli e ancorati alla realtà contingente. 

Ma credo sia utile che lo faccia inizialmente con uno psicoterapeuta.