Dott.ssa Paula Nocchi

Dott.ssa Paula Nocchi

psicologo, psicoterapeuta, consulente sessuale

Mio marito rifiuta transfer dei nostri embrioni crioconservati per avere un secondo figlio

Buongiorno,

ho 41 anni e sono mamma di un bimbo di quasi 5 anni, avuto grazie al ricorso alla fecondazione assistita. A seguito di questa, sono stati crioconservati due embrioni, sia per evitate parto plurigemellare, sia per fare un altro tentativo di gravidanza in caso il primo non fosse andato a buon fine o per avere un secondo figlio. Quando abbiamo saputo che sarebbe nato il nostro bimbo, abbiamo quasi dimenticato questi embrioni, eravamo assorbiti da lui e poi io avevo perso il lavoro alla sua nascita.

Col passare del tempo però io ho sentito il bisogno di avere un secondo figlio, mentre mio marito non ne vuole sapere. È irremovibile ed io ne soffro. Non voglio che il nostro bimbo resti figlio unico e poi vorrei dare una possibilità a quegli embrioni, anche mio marito mi dice che ci pensa spesso al fatto che ci siano, nonostante ciò non se la sente di provare a farli nascere. Dice che non ci manca nulla e che stiamo bene così, è quasi vero, a me manca un altro figlio e al mio bimbo un fratello.

Non voglio rovinare quello che ho, ma non vorrei rimpiangere di aver rinunciato a provare a dare la vita a quegli embrioni, di aver rinunciato alla gioia di allargare la famiglia. Vorrei che mio marito pensasse come me che l'arrivo di un altro figlio sarebbe ricchezza e non solo sacrificio. Lui dice che già così non ha più tempo per sé e le sue passioni (suona in un gruppo per hobby).

Devo dire che è un papà meraviglioso, dà tutto se stesso per nostro figlio, e sono sicura che lo sarebbe anche con un altro. Non riusciamo a parlarne perché è un muro irremovibile e tronca subito il discorso. Non so più che fare, il tempo passa e non siamo più giovanissimi, mio marito ha 46 anni.

Che posso fare?

Buonasera Stefania,

come avrà sperimentato su se stessa, l’iter della procreazione assistita è un percorso tortuoso, non solo da un punto di vista medico e fisico ma anche psicologico ed emotivo. Nella coppia i partners vivono questa esperienza in maniera diversa. Subentrano, alle volte, anche nuove emozioni, spesso sconosciute e tutt’altro che piacevoli.

Mi chiedo e le chiedo se durante la ricerca del vostro bambino abbiate mai dato uno spazio alle vostre emozioni; a quello che vi preoccupava e a tutte le speranze legate al possibile arrivo di un figlio.

E’ importante che come coppia – non siete soltanto genitori- abbiate un dialogo, dove nessuno imponga all’altro i propri desideri e bisogni. L’avere un figlio è un progetto importante, che deve essere condiviso. Ritengo che sia necessario trovare un luogo e un modo per poter esprimere tutte quelle emozioni legate alla volontà o meno di essere genitore per la seconda volta.

Probabilmente, suo marito diventa un muro di gomma perché non si sente ascoltato rispetto ai propri bisogni, attivando una chiusura nei suoi confronti.

Comprendo il fatto che il tempo scorra ma sicuramente non è la modalità più efficace quella di farsi guidare dal timore di invecchiare e di avere rimorsi o rimpianti nel futuro.

Ricominciate dal qui ed ora; trovate uno spazio per confrontarvi dando la giusta importanza al tempo di entrambi.

Nel caso foste interessati ad intraprendere un percorso di sostegno di coppia mi potete trovare nello studio a Monteverde o a Piazza Fiume, a Roma.