Mi domando se io abbia mai vissuto secondo il mio vero modo

Salve sono una donna di 54 anni sposata e con un figlio , meraviglioso. Mi sento davvero assurda ad avere problemi ad un'età in cui si dovrebbere avere raggiunto livelli di maturità ed esperienza. Non so se il mio sia un disturbo di personalità ma di certo ultimamente mi sento che la mia sanità mentale è a rischio. Ma cercherò di parlare del grande dolore che che mi attanaglia l'anima e la mente. dopo circa 22 anni di matrimonio e 7 di fidanzamento con l'uomo che oggi è mio marito sono ossessionata dal pensiero di avere realizzato oggi che l'ho sposato senza che fossi innamorata o che il mio innamoramento fosse di quelli che ti vivere bene e felice. La storia è molto molto complessa ma vi diro' che un anno prima di spisarmi conobbi un ragazzo che non era Italiano e me innamorai ma non ebbi il coraggio di lasciare tutto e partire per il suo paese ma dopo avere provato a lasciare mio marito mi ritrovai a riallacciare la mia unione con lui, perche' mi dava protezione, sicurezza sociale e rappresentava cio' che io non ero mai riuscita appieno ad essere , cioè libera. Prima del matrimonio io mi sentivo parecchio nervosa ma ritenevo che fosse uno stato d'animo legato al passo da compiere. Oggi mi rendo conto che forse non ho mai guardato davvero mio marito negli occhi e che ci sono stati sempre muri tra noi. Tra l'altro io tutte le volte che mi sono invaghita o presa di qualcuno ad un certo punto provavo una sorta di improvvisa sveglia che mi faceva vedere con occhi diversi la persona che avevo davanti. Questo non è successo con mio marito, verso il quale ho avuto sempre una grande stima e che possiede doti di lealtà e purezza d'animo. E io invece non sono stata pura , ho cercato di accomodarmi in questo rapporto per realismo o perchè tante volte io mi ero fatta degli scenari mentali che poi si infrangevano in granelli di sabbia.ancora una volta credo di stare evadendo di mettere a fuoco il mio problema. Oggi mi sento che questo segreto, l'avere vissuto con un uomo senza esserne profondamente innamorata mi pesa come un macigno e so che non avrei mai il coraggio di dirglielo anche se ovviamente nella ns. Vita coniugale abbiamo avuto moltissimi momenti di crisi in cui lui però non mi ha mai tolto la sua solidarietà. Mi domando se io abbia mai vissuto secondo il mio vero modo di sentire ma forse io non so chi sono, mi trovo spessissimo a domandarmi chi io sia e cosa veramente voglio. Ho fatto psicoterapia per circa tre anni quando mio figlio aveva circa tre anni ma allora ero depressa e avevo altri problemi di autostima e non avrei voluto separarmi per tutto l'oro del mondo. Ma cosa ho fatto della mia vita? E di quella di mio marito e mio figlio? Una storia d'affetto a tavolino? Ed il bello è che mi sono sempre vantata della mia onestà intellettuale e morale ed oggi invece fuggo da quelle situazioni in cui sento il bisogno di raccontare i mostri che albergano dentro di me. Aggiungo che da diversi anni prendo Sereupin che cominciai con modalità poco responsabili e questo mi ha consentito di tenere sopite tantissime mie paure o elucubrazioni mentali, perchè di certo so di avere una certa tendenza alla ruminazione ed al pensiero che gira a vuoto e se va in una direzione è quella del senso di colpa. Mio figlio è un ragazzo dolce e tranquillo, forse persino troppo considerato che a 18 anni è uno che non ha mai avuto conflitti con noi genitori . Per fortuna ha un ottimo rapporto con il padre ma io vivo nell'angoscia che il suo modo di essere così controllato sia lo specchio del rapporto affettivo controllato, si sono stata molto controllata, che io ho gestito da un po' di anni a questa parte con mio marito, con il quale tra l'altro negli ultimi 4 anni è scemata quell'intesa sessuale che c'era un tempo.Ho una paura folle. Di poter perdere il controllo della mia capacità di pensiero, di chiudermi in un isolamentodal mondo ma soprattutto ho paura di far male (temo sia già tardi) a mio marito e mio figlio se dovessero scoprire le contraddizioni che albergano nel mio cuore. Come posso trovare un po' di pace?

Salve in merito alla sua domanda, riprenda i contatti con il terapeuta che l'ha seguita per tre anni. Chieda ad un medico competente di regolarle l'assunzione del farmaco che prende, dato che di testa propria i farmaci non si prendono, e se qualcuno la segue per il farmaco, chieda a lui/lei cosa è maglio fare, se ricominciare con la psicoterapia o cambiare il farmaco. Se i suoi familiari scoprissero le sue contraddizioni, si comporterà in base a quello che succederà, ma se la amano come dice, saranno disposti ad accettarle, anche perchè sono naturali e normali per ogni essere umano. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.