Sono molto stanco, svuotato, la capacità di concentrazione è molto scarsa, la resistenza allo sforzo mentale è ugualmente scarsa, il sonno non rist

La prima difficoltà è stata proprio trovare una categoria inerente, perchè con tutta probabilità il mio problema non rientra proprio nella “psicologia“, ammesso che esista e sussista come professione medica, e non invece puramente teorica. Puntando dritto al dunque, sono un ragazzo di 19 anni, Campano, devo dire pieno di voglia, di interessi talvolta molto differenti tra loro e di progetti che coltivo purtroppo spesso soltanto nella mia immaginazione. Se dovessi descrivere il mio problema con una parola, dovrei dire “stanco“, molto stanco, svuotato, la capacità di concentrazione è molto scarsa, la resistenza allo sforzo mentale è ugualmente scarsa, il sonno non ristora, le stesse ore di riposo tendono ad essere superiori alla media nonostante un'attività blanda durante la giornata. Per farvene capire la gravità, la scuola l'ho dovuta lasciare, nonostante ci tenessi sinceramente, nonostante fossi legato a delle persone ed avessi voglia, tanta voglia di studiare (al contrario dei mie colleghi sani)non ho mai superato la terza, ho tentato di ripeterla, ho resistito appena 3 mesi, di li non ho intrapreso altre attività se non guardare tanto sport al PC (una delle mie tante passioni)e poco altro, di sicuro non paragonabile all'impegno scolastico. Devo aggiungere anche che la situazione perdura ormai ininterrottamente da 3 anni, iniziò tutto quando incominciai a dormire il doppio delle ore normalmente necessarie, probabilmente dopo un periodo di stress fatto di scuola, preparazioni fisiche e rapporti (purtroppo nulla che non sia successo a tutti gli altri essere umani del pianeta) arrivando a toccare anche le 17 ore al giorno, tenendo una media superiore alle 12 per diversi mesi. Passato un anno, è arrivata l'insonnia, non per modo di dire, non si riusciva proprio a chiudere occhio, ho dovuto ricorrere a farmaci. Passato un altro anno, ora tendo ad avere sonno ad un orario più normale, attorno alla mezzanotte, o giù di li. Mi rivolgo a voi perchè qualcuno ha insinuato che avessi problemi “psicologici“, non riuscendo mai a provarlo, ovviamente. Quel qualcuno sono i miei genitori, un uomo ed una donna brillanti a tal punto da pensare che portarmi da una “psicologa“ il cui unico mestiere è parlare,ragionare (un po' come a sostenere che solo uno psicologo è in grado di ragionare) talvolta chiacchierare come se si fosse seduti fuori al bar, potesse risolvere qualcosa, come per incanto. Ovvio che non sia accaduto nulla, tranne l'aver perso dei soldi, buttati letteralmente dalla finestra, ovvio anche questo. Per correttezza d'informazione ho avuto a che fare con due psicologi, diversi anni di “chiacchierate amorevoli“, risultato men che zero, figuriamoci. Ancora per correttezza d'informazione, sono stato in cura da uno psichiatra, per un anno e mezzo circa, sono stato curato con innumerevoli farmaci, arrivando a trovarmi con 5 pillole in un bicchiere, da prendere dopo pranzo. Il risultato ? 0, non ovviamente stavolta, la psichiatria può anche essere considerata una vera professione medica, a patto che il medico sia competente, e non un signorotto anziano rubato al circolo comunale. Premettendo dunque che ho fiducia in voi medici ed in particolare in voi “psicologi“ pari a 0, mi sforzerò comunque di provare a non generalizzare, non è mai corretto, ed io devo essere corretto. Aggiungo anche che ho “elaborato“ come dite voi, una persona intelligente comprende che questo mondo è stato creato in un modo per cui le disgrazie avvengono tutti i giorni, in tutto il mondo, magari peggio di come avviene a me. Cos'è che mi rende così stanco ? La domanda è semplice, la risposta a quanto pare è complicata, nessuno è riuscito a darvi una risposta.

Caro Marco,

è abbastanza normale se non addirittura scontato il suo atteggiamento di opposizione nei confronti di coloro che, in qualche modo, rappresentano gli adulti e l’autorità – medici, psicologi, alias insegnanti/genitori. Detto ciò io credo che chi grida al lupo al lupo abbia bisogno di attenzione, non è tanto ciò che dice che conta, ma ciò che non riesce a dire, e  giustamente cerca l’interlocutore giusto, in grado di portare alla luce quelle “verità” che ha dentro, e che da solo, egli, non riesce a capire né a vedere.

E’ questo che faccio, nel mio studio, con i pazienti  giovani come lei.

Dunque non mi sorprende la sua delusione nei confronti degli psicologi, ma lei dimentica una cosa molto importante: noi siamo innanzi tutto persone, e come tali siamo fallaci, possiamo incappare nell’errore, seppur con le migliori intenzioni.

Nessuno può darle le risposte che cerca, ma insieme si formulano altre domande, e magari si ha una più chiara visione di se stessi, delle proprie risorse, delle proprie possibilità, reali, non presunte, basate su un dialogo clinico vero ed efficace, abbastanza lontana da quest’immagine di “chiacchierata-fra-amici” che ha lei della prassi psicoterapeutica.

Concludo  lanciandole io una provocazione: è capace di tollerare la possibilità di iniziare un percorso ignoto, senza garanzie di successo? Un percorso che è anche amaro, difficile, in certi momenti stancante, che, come una medicina può avere degli effetti collaterali, ma che può condurla a incontrare e conoscere se stesso, da altri punti di vista?

Buona vita - sempre.