Dott.ssa Roberta Bardin

Dott.ssa Roberta Bardin

Psicologa, Psicoterapeuta

Nostra figlia ha cominciato a non soffrire la scuola

Nostra figlia M. ha 15 anni e mezzo e frequenta la seconda in un liceo molto lontano da casa. Ha scelto lei la scuola e noi abbiamo condiviso con gioia perché, sulla carta, l'istituto offre una buona preparazione classica e certificazioni europee in due lingue, oltre a tante altre possibilità: incontri, viaggi, gare sportive, ecc. La scelta, molto impegnativa per la ragazza (40 ore settimanali in classe tra curricola e ore studio) e vita in convitto, ha comportato e comporta anche per noi genitori molti sacrifici economici perché, pur avendo un’ottima preparazione culturale, lavoriamo alle dipendenze con stipendi molto bassi. Ora nostra figlia, da sempre brillante, ha cominciato a non soffrire la scuola, avere difficoltà di relazione con compagni e insegnanti, non riesce a sopportare la lontananza da casa, non riesce ad organizzare tempi studio e svago, non riesce a raggiungere la sufficienza in molte materie, ecc. Negli ultimi tempi la situazione si è aggravata perché si sono manifestate le crisi di panico: tremori, difficoltà di concentrazione, paura ingiustificata, ecc. La ragazza chiede di cambiare scuola e tornare in famiglia. Chiede di fare una scuola al di sotto delle sue iniziali aspettative e motiva la scelta dicendo: almeno nella nuova scuola ci starò meno ore e poi a casa mi potrò riposare e distrarre. Nessun nuovo progetto di vita, nessun desiderio particolare se non di stare sul divano a smanettare con il telefonino per più ore nell’arco della giornata. Noi comprendiamo che a 15 anni si abbia voglia di distrazioni, ma vogliamo crescere una ragazza forte, responsabile, grata per i sacrifici e pronta ad affrontare il futuro, anche in previsione di scelte professionali che sicuramente non saranno facili. Tuttavia comprendiamo che è molto fragile e sta male, e forse finora, assecondandola in tutto, l’abbiamo anche un po’ viziata. Di fronte a questa scelta che sa di “ripiego” e di fuga siamo perplessi. Io poi ho alzato la voce per indurla a ragionare e essere responsabile e lei dice che non può avere stima di sé se viene trattata come incapace di decidere. La ragazza ha accettato di parlare con uno psicologo, ma non la vediamo più serena e non lo siamo noi genitori. Le chiedo aiuto!

Gentilissima Ada,

vorrei porLe una domanda, a cui non c'è una risposta giusta o sbagliata, ma semplicemente una risposta che permetterà a Lei e a Suo marito di fare chiarezza sulla situazione di vostra figlia.
Cosa vuol dire per voi crescere una ragazza "forte, responsabile e pronta ad affrontare il futuro"? Quali sono le caratteristiche necessarie ad una persona per affrontare il futuro dal vostro punto di vista?
Crescere vuol dire "fare degli sforzi e portare a termine quanto è stato intrapreso" oppure crescere significa "avere la capacità di cambiare, riconoscendo qualcosa che non è più giusto per noi o che ci fa star male?"
Sottolineo ancora una volta che una risposta non sarà più giusta dell'altra, essa dipende dalle esperienze che abbiamo avuto nella nostra vita, dalle situazioni che abbiamo incontrato e che abbiamo dovuto affrontare.
Una volta che vi sarete dati una risposta, riuscirete a stare accanto a vostra figlia nel modo che voi riterrete migliore. E forse questa vostra opinione potrete anche comunicarla a vostra figlia, essendo il frutto del vostro percorso di vita. Tenga conto però poi che, una volta esplicitata con la calma e la serenità necessarie, sarà vostra figlia che, sentiti i consigli delle persone che le stanno accanto e che per lei sono importanti, prenderà una decisione in autonomia, 
Solo un ultimo consiglio, se voi genitori non riuscite a mostrarvi almeno in parte sereni, non ci riuscirà neanche vostra figlia ad esserlo. Certo, queste non sono scelte da prendere "a cuor leggero" , e mostrare un po' di preoccupazione le farà comprendere l'importanza di tale scelta. Ma di sicuro il vedervi molto in ansia non permetterà a vostra figlia di compiere questa decisione con la calma e la serenità necessarie.

Cordialmente.