Dott.ssa Roberta Vespignani

Dott.ssa Roberta Vespignani

Psicologa, Psicoterapeuta

Non so cosa fare, ho paura del futuro

Salve, ho 19 anni. Mi sono appena diplomata al liceo linguistico. Quest anno vorrei iscrivermi all'università ma tutte le iscrizioni stanno già scadendo. Il mio sogno era fare psicologia al fine di diventare una psicoterapeuta ma è un percorso molto lungo ( almeno 10 anni) e costoso, e sapere che trovare lavoro con questa laurea è quasi impossibile mi ha fatto abbandonare questa scelta per varie ragioni. Primo perchè siamo 4 nella mia famiglia, tra cui mia sorella di 23 anni( non diplomata e disoccupata), e a lavorare è solo mia mamma che poverina lavora tutto il giorno. Anche mio padre è disoccupato. Secondo la facoltà di pscicologia dista 2 ore e mezzo (solo andata) da casa mia e non credo riuscirei a fare la pendolare e trovarmi un lavoro. Per questo sto cercando una facoltà di ripiego ma il problema è che a parte psicologia non mi piace niente e non sono nemmeno portata per niente. Ho deciso allora di guardare al profitto. Ho pensato ad economia perchè “si dice“, sia più facile trovare lavoro una volta terminati gli studi, ma non sono mai stata brava in matematica ed ho paura di fallire. Ho pensato anche a scienze politiche e sociologia ma dicono sia IMPOSSIBILE trovare lavoro e quindi a quel punto avrei potuto iscrivermi a psicologia. Non voglio fare lingue.. non posso fare ingegneria perchè è troppo difficile. Sto pensando allora di trovarmi un lavoro, ma vorrei studiare. Forse potrei trovarne diversi ma questo solo fino ai 30 anni, dopodichè diventa sempre più difficile trovare un lavoro e io ne ne vorrei uno a tempo indeterminato. Se a 40/50 anni mi licenziassero? Ne vorrei uno che mi permetesse almeno lo stretto necessario, una stabilità economica. Non pretendo andare ogni anno in vacanza, abiti firmati ecc. ma magiare e pagare le bollette. Non voglio far affidamento a un'altra persona perchè , a mio parere anche le relazioni stanno diventanto precarie. Ho bisogno di stabilità, e questa situazione mi crea troppa ansia. Non so cosa fare, ho paura del futuro. Ora come ora non mi spaventa cambiare paese, ma rimanere in mezzo ad una strada. I miei non so nemmeno se avranno la pensione. Tutte le mie compagne vanno all'università e hanno già le idee chiare in testa, molte anche dei genitori che possono sostenerli economicamente. Io NO. Non so da dove partire, ho paura di fare le scelte sbagliate e non posso permettermi di buttare via un anno, non facendo niente, perdendo un anno di università o altro. Cosa dovrei fare, non so a chi rivolgermi, nessuno può aiutarmi. Spero qualcuno abbia dei consigli. Grazie e scusi il disturbo.

Buongiorno Laura Capisco il momento di confusione, a questa età viene chiesto di fare delle scelte, che indirizzino la propria vita e lei sente giustamente questa responsabilità. Solo vorrei provare ad ipotizzare che questo indirizzare non è così definitivo, in quanto (mi permetto una citazione esplicita vista la sua passione per la psicologia) la nostra Identità, il nostro Sé, anche il nostro Sé sociale, si forma non solo e non tanto per le aspettative che abbiamo su noi stessi, ma anche per le esperienze che facciamo, che ci restituiscono informazioni su noi stessi creando un senso di fiducia e di Self efficacy (vedere Bandura: l’ambiente agisce sull’individuo ma anche l’individuo agisce sull’ambiente e lo modifica, tanto che l’ambiente modificato dall’individuo va a cambiare l’individuo stesso). Nel suo caso questo processo non può avvenire, o meglio ci sono in lei  tutte le capacità e le competenze per farlo avvenire (non credo come dice lei che non è portata per niente…), ma momentaneamente il processo si è bloccato, perché proprio come dice lei, “Non sa da dove partire”. Capisco e sento che questo disorientamento viene anche dalla sua esperienza delle condizioni non facili della sua famiglia, ma il problema non è “Sapere da dove partire” ma PARTIRE, fare un passo anche col rischio di fare qualche errore, perché la paura di sbagliare porta all’inibizione fisiologica dell’azione, e mi sembra di percepire che anche il suo tentativo di programmare la sua vita fino ai 40/50 anni vada in questo senso. Insomma, lei mi chiede dei consigli, il mio consiglio è di farsi una lista di priorità e un piano di azione del tipo (dico solamente per esempio) "quest’anno vado all’Università e faccio più esami possibile e poi troverò lavoro", oppure "quest’anno lavoro e nel frattempo penso a cosa mi piacerebbe fare all’Università e mi ci iscriverò con i soldi guadagnati dal lavoro", oppure "lavoro e intanto seguo dei corsi privati di psicolgia e counseling per farmi un idea su come poter spendere la psicologia nel mondo del lavoro". Ripeto sono solo degli esempi, la mia indicazione ha il senso di portarla a fare un piano che la costringa a concentrarsi sul periodo presente, che le permetta di esprimere la persona che è adesso. Anzi lo faccia proprio scritto, dividendo azioni pratiche da obiettivi specifici a obiettivi generali. Credo che questo sia utile per lei,  perché appunto la mette in gioco e perché poi una volta trascorso questo anno potrà verificare che alcuni obiettivi l’ha raggiunti e che altri sono da modificare perché ancora non completamente completati. Ma quest’ultima condizione di obiettivo non raggiunto, vedrà non la metterà più in crisi, perché comunque avrà sperimentato un senso di efficacia dovuta alle sue azioni, non ragionerà più con tutti i sé e i ma che sente adesso e sarà in grado di fare un ulteriore pianificazione. Mi auguro (ma ne sono abbastanza sicura) che questo esercizio le serva per spiccare il volo della sua vita che non necessariamente deve essere come quella di suo padre e sua madre. Né deve essere una vita che si distanzia dalla vita dei suoi genitori solo nell’ ottenere la pura sussistenza. Lei sente che questa è un età per attivarsi, io sento che alla sua età è giusto attivarsi non solo per “mangiare e pagare le bollette”, ma anche per seguire quello che ci fa piacere, che ci appassiona, e che ci fa sognare. Non sarà che se ricomincerà ad ascoltare i propri sogni, a sentirne la voce e il suono dentro di Lei riuscirà anche a scegliere  se e quale facoltà universitaria fare??? Ultima cosa si informi sugli sbocchi occupazionali di ogni facoltà non sul sentito dire ma presso centri di orientamento o siti internet di facoltà, per esempio in psicologia (sono più informata…)  non esiste solo la psicoanalisi e la psicoterapia, ma la psicologia del lavoro, la psicologia del benessere e della salute, la psicologia giuridica, la criminologia, la psicologia di comunità che addirittura a volte lavora con gli architetti nella progettazione delle città...... Ect Ect.....

buon percorso