Dott. Roberto Calia

Dott. Roberto Calia

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Sono sposata ma amo un altro uomo

Buon giorno ringrazio in anticipo chi potrà aiutarmi in questa situazione ...sono sposata da 20 anni e ho 2 figli oramai grandi ...con mio marito nn e' mai stato un grandissimo amore o almeno da parte mia.....ci siamo sposati dopo 8 anni di fidanzamento i primi anni sono stati diciamo belli poi mi sono persa strada facendo per una serie di atteggiamenti nei miei confronti ..mi sono sentita sempre più una serva ...una persona qualunque per lui non più la sua donna ...e ho perso così anche il piacere fisico, la passione diventando quel momento un obbligo per me...ho sempre pensato che nonostante non ci fosse amore dovevo andare avanti finché non ho conosciuto per caso su una chat di un gioco online una persona più giovane di me di 10 anni ... é scattato dentro di me qualcosa di unico anche solo scrivendoci per 6 mesi come amici ...poi lui si è dichiarato nonostante sapesse io fossi sposata ...in quel momento mi sono sentita la donna più felice del mondo ed erano anni che non mi sentivo così felice...ci sono visti solo 2 volte in 5 mesi perché siamo in 2 regioni differenti...io lo amo alla follia ...lui mi ama pazzamente e mi giura che mi aspetterà per il tempo che serve per la separazione. Io in vita mia non ho mai e dico mai amato cosi tanto...mi fa star bene solo scrivendoci e sentendoci qualche ora il pomeriggio so di sbagliare e tanto ...non mi capacito d asola come ho fatto ad arrivare fino a questo punto....prima di vederlo per la prima volta ho preso il coraggio in mano e chiesto a mio marito la separazione Indipendente da come sarebbe andata la mia storia clandestina...lui è stato in grado di farmi guardar dentro e vedermi spenta con mio marito e viva con lui...la reazione di mio marito mi ha destabilizzato...ha tentato di uccidersi vanti ai miei occhi, piangendo ..supplicandomi di dargli un altra possibilità ...purtroppo ho dato la possibilità a lui e non al mio grande amore ...sto con lui ma mi sento morta ...non sono riuscita a lasciarlo perché non vorrei portarmi lo scrupolo di un gesto che mi porterei dietro per tutta la vita ma non mi perdono di essere infelice con una persona che non amò per niente ..faccio l amore con lui 1 volta al mese e quando accade per me è una tortura...il mio vero amore in tutto questo soffre, soffre perché vorrebbe vivermi tutti i giorni e lo desidero fortemente anche io....nella mia vita ho sempre dato tutto me stessa per glia altri...rinunciando anche a me stessa, alla mia felicità ...ma io senza lui non vivo ...non vivo ....non so come uscirne fuori.....quello di mio marito non è amore ... è egoismo perché nonostante io gli abbia detto che non lo amo più insiste nel volermi a casa con lui...e intanto io muoio dentro...non so più come vivere ..vorrei solo morire per la sofferenza che do al mio amore e per il male che mi faccio

Situazione certamente fortemente drammatica. Lei è lacerata da un conflitto lacerante. Potrebbe pensare di farsi aiutare a fare maggiore chiarezza dentro se stessa. Il problema non deve essere posto fra una impossibile scelta fra l'uno o l'altro uomo, ma fra due rappresentazioni possibili della sua vita: da una parte mantenere un matrimonio ormai spento, lasciato per troppo tempo languire nel "dovere coniugale"; dall'altra la rinascita del desiderio, in una relazione nuova, che però finora è rimasta fondamentalmente fantasticata. Da un lato la realtà, il dovere, dall'altro il sogno, la possibilità di andare verso il piacere. Lei deve far chiarezza profonda dentro se stessa. Non è la scelta fra i due uomini, ma il "coraggio" di andare realmente verso ciò che la fa sentire realizzata. È una scelta che riguarda essenzialmente lei, a prescindere dai due uomini, che ora appaiono dipendere molto da lei. Lei deve saper scegliere come completare il "romanzo" della sua vita, scegliendo quello che le appare più desiderabile in primis per lei, indipendentemente dalle pressioni dei due uomini. Non deve completare la loro vita, deve realizzare (cioè rendere reale...) la sua. Se il co-protagonista del prosieguo del viaggio possa essere l'uno o l'altro è consequenziale. Non è dunque un problema di coppia, ma un problema che ingaggia fortemente la sua identità e il suo sviluppo. In bocca al lupo.