Dott. Roberto Pellegrini

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Dott. Roberto Pellegrini

psicologo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Come comportarmi con mia figlia vittima?

Buongiorno ho una figlia di 27 anni che ieri, parlando della mia pena verso un parente disabile rimasto da solo (cugino 5 anni più vecchio di me, adulto anche all'epoca e non disabile mentalmente), infastidita della mia pena mi ha confidato che da bambina il suddetto "cugino", che frequentava spessissimo casa ha proposto a lei di giocare con il suo pene che ha tirato fuori. Dice di aver elaborato con gli anni e di esser assolutamente tranquilla, non so esattamente cosa sia successo e non vorrei peggiorare le cose chiedendole di più, ma non so se sia meglio provare a parlarle e rendere più importante il suo ricordo o lasciare che sia lei a parlarne se o quando ne avrà voglia. Mi ha detto di tacere con suo fratello e il mio compagno (sono vedova) non vorrei quindi la vivesse come una sua vergogna. Cosa posso fare? A parole sue lo ha veramente superato ma sarà vero?

Salve Mari,

la prima cosa che mi sento di dirle è: "Attenzione a non patologizzare!". Infatti la prima reazione spontanea (e da mamma protettiva) è pensare che sua figlia sia traumatizzata. Non è detto. Se l'episodio è accaduto quando lei era bambina bisogna valutare se ha avuto comportamenti "strani" soprattutto nell'area relazionale, ma anche frequenti reazioni di forte rabbia immotivata e come vanno le relazioni ad oggi (Ha un partner stabile? Le sono stati raccontati episodi allarmanti riguardanti la vita di coppia..? Etc.). Questa valutazione può essere fatta solo da un professionista, un genitore puó solo notare comportamenti "allarme" ed eventualmente farli notare ai figli laddove possibile.
Credo che ora sia più utile valutare quale sia la richiesta della figlia celata dietro a questa dichiarazione. Potrebbe essere che cerchi un atteggiamento complice della mamma nel sostenere la rabbia ed il sentimento di rivendicazione nei confronti del cugino? O che sia semplicemente infastidita della pena che prova verso la persona che le ha arrecato tanta sofferenza attraverso un comportamento abusante.
Uno psicologo potrebbe accompagnare lei, signora Maria, nell'elaborare l'accaduto ed indagare quale sia l'atteggiamento più opportuno, e apparentemente potrebbero bastare poche sedute. Buon lavoro, e si ricordi di non parologizzare sua figlia.