Alterno momenti di gioia e creatività a momenti di grande tristezza.

Salve, mi chiamo Anna.
so che non sarà affatto semplice scrivere questa domanda, ma ho bisogno di trovare delle risposte.

Ogni volta che mi sento diversa, cerco di capirne la causa navigando su internet. In certi casi mi sono aiutata (ma non riguardo cose che implicassero la mia salute, come l'essere claustrofobica e bisessuale), ma questa volta non riesco a capire se ho davvero qualcosa che non va, o sono solo dettagli insignificanti dovuti anche solo alla mia grande timidezza.

E'difficile, per me, scrivere questa domanda, sto facendo molta fatica a cercare di scrivere tutto in modo comprensibile e spero davvero che qualcuno la legga e possa aiutarmi.
In pratica, durante l'arco delle mie giornate, alterno momenti di creatività, gioia e anche euforia a momenti di tristezza, in cui mi assalgono i pensieri negativi o in cui mi viene da piangere con, o senza un motivo. Certo, non mi capita tutti i giorni, dipende anche da quanto tempo passo da sola e quanto tempo ho per pensare nella giornata.
Così mi sono messa a cercare su internet, imbattendomi in varie malattie come il bipolarismo, ma leggendo mi sono resa conto di non essere tanto grave.

Se ho qualcosa, questo non influenza granché la mia vita, anche perché non credo che se ne sia mai accorto nessuno tranne me, anche perché non mi faccio mai vedere quando piango e non ho mai avuto crisi.
Non so neanche in che categoria inserirmi, se sono solo ipocondriaca e mi immagino di avere delle malattie mentali o se ho davvero qualcosa.
Grazie in ogni caso.

Cara Anna,
a mio parere la condizione che descrive non è altro che il conflitto fra l’idea di “normalità” derivatale dal mondo circostante e i segnali della sua peculiare “unicità”. Non c’è dubbio che questo contrasto possa creare forme di disagio quando non siamo ancora consapevoli del nostro “diritto” ad essere noi stessi e non un tassello da collocare in una categoria preconfezionata.
Si tratta della battaglia fra dipendenza e autonomia, incoscienza e consapevolezza, mente e anima. Ma è anche l’emergere della propria “sensibilità” a fronte di un mondo invece impregnato (purtroppo) di insensibilità.
Per quanto riguarda l’alternanza degli stati d’animo, possono essere letti come il flusso del nostro peculiare rispondere ai vari istanti del mutevole scorrere della vita. In sostanza, se di problema si vuole parlare è quello di imparare a riconoscere come proprie e le caratteristiche che fanno di lei “Anna”.
Provi a cercare un canale espressivo che le permetta di scoprire e utilizzare la sua creatività, ponendosi in ascolto di sé e accogliendo le intuizioni che ne deriveranno. Dal mio particolare punto di vista potrebbe anche intraprendere un percorso psicoterapeutico/consulenziale per farsi aiutare a mettere a fuoco queste potenzialità.
Non si tratta, beninteso, di “curare” qualche malattia ma di farsi accompagnare, per un tratto di cammino, da un professionista in grado di condividere l’intento della ricerca di una nuova consapevolezza, partendo dal riconoscimento delle proprie peculiarità e sensibilità. Caratteristiche, queste ultime, che troppo spesso il pensiero collettivo ci ha insegnato, a torto, a riconoscere come difetti o inadeguatezze.