Finalmente il mio malessere ha un nome: disturbo di Borderline
Salve,
vorrei raccontarvi la mia storia, così da avere qualche parere in più.
Ho quasi 28 anni e ogni giorno lotto contro questo male invisibile, che molte volte mi paralizza. La mia adolescenza è stata travagliata, i fenomeni di bullismo sono subentrati presto nella mia vita, sin dai tempi delle scuole elementari. La cosa peggiore però erano i litigi in casa, costanti, tra mamma e papà. Mi sentivo come se fossi tra due fuochi ed impotente di fronte alla gravità della situazione.
Ricordo che durante l'adolescenza ero una ragazza molto taciturna, con poche amiche, ma una di esse è stata importante perché mi ha indirizzato verso una psicologa. Quindi a 19 anni ho iniziato un percorso terapeutico che è durato sette anni, al termine dei quali la mia psicologa mi ha indirizzato al CPS della mia prpvincia. Lì mi hanno diagnosticato una psicosi che però si è dimostrata incorretta.
Infatti il mio psicologo attuale, molto competente, mi ha detto chiaramente che il mio è un disturbo borderline con sintomi psicotici. Quindi con lui dovrò prima eliminare questi sintomi e poi lavorare sul mio disturbo vero e proprio. Il fatto è che io sto prendendo un farmaco antipsicotico per i sintomi sopra citati, ma non sto prendendo nulla per il disturbo borderline. È il caso di rivedere la terapia o vado avanti senza prendere nient'altro finché non sarà arrivato il momento di affrontare il problema grosso? Inoltre ho molta paura di metterci tanto tempo a guarire, lo psicologo mi ha detto che ci vorranno degli anni, ma intanto la mia vita scorre e io cosa faccio? Non sono utile per nessuno, non riesco neanche ad alzarmi dal letto quando sono giù e andare a correre o visitare città come mi ha consigliato il mio psicologo. Non ha senso andare avanti con il solo scopo di lottare contro questo male e non riuscire a godersi la vita. Non ho mai tentato il suicidio però capisco bene chi lo fa e i trova nelle mie condizioni. Ho sempre bisogno di un punto di riferimento senza del quale mi sento persa. Non riesco a trovarmi un lavoro per paura di non essere continuativa e di mollare subito come ho fatto in moltri altri ambiti della mia vita. Sono alla ricerca continua della conferma che sono una nullità e una brutta persona. Vi chiedo di darmi il vostro parere, se la mia situazione è così grave, se posso diventare una persona come le altre tranquilla e serena. Grazie
Buongiorno gentile utente,
la sua storia è molto significativa ma il suo malessere finalmente ora ha un nome.
Il suo psicologo ha individuato le strategie più adeguate per aiutarla. Non è facile inizialmente, dopo anni di continui disagi, riuscire ad assumere un atteggiamento diverso nei confronti della vita.
La sua Lotta ora ha un volto nuovo e si chiama Consapevolezza. Questa l'aiuterà a guardare se stessa e gli altri in modo più costruttivo. Cerchi di seguire i consigli del suo terapeuta. Non c'è un termine esatto in psicoterapia per potersi definire 'guariti', non esistono mesi o anni. Molto dipende anche da lei, dalla motivazione e dall'energia che impiegherà nel progetto terapeutico.
Inizi a crederci, inizi a guardare le cose in modo funzionale anche se troverà difficoltà, inizi semplicemente ad 'alzarsi dal letto', a 'respirare aria ' e godere di ogni istante della sua giornata. All'inizio tutto le sembrerà sempre triste e uguale a ieri ma questo è normale.
La sua rinascita è come il seme di una pianta che necessita di cure continue per poter crescere e fiorire.
Gradualmente con il suo aiuto e quello del suo terapeuta tutto assumerà una forma diversa e lei riuscirà a trovare il suo equilibrio.
Le auguro il meglio!
Buona giornata