Dott.ssa Rosanna Di Cosmo

Dott.ssa Rosanna Di Cosmo

Psicologo, Psicoterapeuta

Una maestra se faccio una cosa sbagliata mi urla e mi riprende

Salve sono giulia di 21 anni e frequento l'università, studio scienze della formazione perchè il mio sogno è quello di diventare un educatrice d'infanzia. In questi mesi sto conseguendo un tirocinio di 200 ore e sta andando abbastanza bene, ho fatto già un po di esperienze, solo una cosa mi fa provocare molta ansia, ed è a causa di una maestra perchè se faccio una cosa sbagliata mi urla e mi riprende e se chiedo qualcosa mi risponde in modo rigido e freddo. All'inizio del tirocinio ero tranquilla e avevo tanta voglia di andarci ma dopo le varie riprese per i miei errori, ogni mattina mi alzavo e non mi andava di andarci solo perchè avevo paura di essere ripresa da lei e mi sento sempre un po ansiosa mentre sono lì a fare il mio tirocinio. Pochi giorni fa stavamo facendo mangiare i bambini e io imboccavo quelli piccoli, e devono iniziare a mangiare la pasta come i bimbi grandi e non più gli omogeneizzati, solo che è stato difficile imboccarli e lei è arrivata da me e mi ha chiesto se stavano mangiando, io ho detto no e lei mi ha chiesto se avevo tagliato la pasta e già mi sentivo battere il cuore a mille; le ho risposto negativamente e lei alzando la voce dice "Mamma mia giù te l'ho detto già prima, insomma in che lingua parlo io? Dammi sto piatto!" anche se non è vero che me lo ha detto o forse lo ha detto ma nel casino che facevano i bambini non avevo sentito e quindi le ho dato il piatto silenziosamente, non sapevo che dire, e sono diventata rossa in viso per la vergogna, l'imbarazzo di fronte alle altre maestre. Mi veniva quasi da piangere ma non potevo sarebbe stato ancora di più l'imbarazzo. Solo quando sono tornata a casa ho pianto mi sentivo una fitta al cuore eppure ho sempre pensato che ci sono modi e modi per dire le cose. Ed è stata proprio lei a dirmi di stare tranquilla che se sbaglio è normale ma lei sbaglia i toni in cui mi dice le cose. Penso sia anche una mancanza di rispetto nei miei confronti anche perchè ne sono una bambina, ne mi conosce. Non so come gestire questa cosa anche perchè la direttrice la sorella di questa maestra mi ha chiesto se volevo lavorare un po lì e io ne sono contenta ma anche abbastanza spaventata, perchè se comincerò a lavorarci dovrò conviverci con questa ansia. Come posso fare? Poi ultimamente mi è capitato spesso di litigare con le persone a cui tengo e man mano queste persone le ho perse uno ad uno e mi sento sempre di piu ansiosa per aver paura di perderle ancora. Poi due mie amiche si sono fidanzate, io ancora no non ho mai avuto un ragazzo, una storia d'amore, qualcuno da amare e che mi ami e quindi ho sempre paura di rimanere sola anche in futuro. Tutte queste cose queste ansie le tengo ancora dentro ed ho paura di entrare anche in depressione per questo. A volte mi capita di pensare di non voler piu vivere perchè non c'è mai una gioia, in quanto le persone rispondo male, se ne vanno e nessuno mi ama. Ho bisogno di consigli e di capire. Grazie Saluti
Cara Giulia, riflettere sullo stimolo che ti induce in uno stato d’ansia può essere importante. Capita alcune volte di incontrare alcune persone che hanno delle caratteristiche tali verso le quali ci sentiamo più vulnerabili; figure che hanno attributi di autorità e con le quali ci sentiamo come dei bambini di fronte ad un rimprovero, impauriti e spaventati. Ci sentiamo criticati, giudicati, valutati o sotto esame, come se ci attribuissero delle caratteristiche a tutta la personalità e non a singole capacità. In una fase di apprendimento (come un tirocinio) in cui sbagliare e correggersi fa parte della formazione c’è da soffermarsi a rifletter come questo diventa fonte di malessere per te. Se si generalizza ad una condizione tale in cui tutte le mattine al risveglio hai timore di ciò che avverrà, temi di essere ripresa, rimproverata, vivi con la paura di nuovo di sbagliare., è molto probabile che va a toccare delle corde interiori più profonde a cui dare voce e significato. Cara Giulia, dal tuo racconto successivo, descrivendo anche situazioni esterne al tirocinio (alcune amicizie che hai perso e la mancanza di una persona d’amare e che ti ami) si comprende come il tuo disagio non sia circoscritto ad una sola area della tua vita. Mi sembra dunque di capire che ancora di più potrebbe essere per te importante accorgerti di come mai avviene tutto questo. C’è da chiedersi come mai alcune situazioni si ripetono? Come se fossero parte di un registro che si ripete…come in un vero e proprio copione! Per fare questo (accoglierti e dare senso a ciò che ti succede e poter poi cambiare in modo costruttivo e benefico per te e per le relazioni che stabilisci) potrebbe essere utile un consulto psicologico, lì dove un professionista, attraverso l’ascolto, l’accoglienza e la comprensione del tuo disagio, crea con te un modo alternativo attraverso il quale prenderti cura degli aspetti della tua vita che ti stanno davvero a cuore. Spero di averti dato uno spunto di riflessione. Cordialmente.