Dott.ssa Rosester Rui

Dott.ssa Rosester Rui

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

È possibile superare insieme una simile tragedia emotiva?

Salve, sono una ragazza di 25 anni e da circa tre anni sono fidanzata con un ragazzo più grande di me. Ci siamo conosciuti in università, non è stato propriamente amore a prima vista, mi ha conquistata quel suo modo di porsi da uomo maturo quasi paterno. Dopo un anno siamo andati a convivere fuori sede, io studiavo e lui pure ma sei mesi più tardi mi è caduto il mondo addosso. L'ho conosciuto che stava finendo i suoi studi, era già fuori corso di un paio d anni, ma a suo dire l avevo spronato a terminare gli esami ed iniziare la tesi. Studiavamo assieme, scriveva la sua tesi con dedizione, settimanalmente andava dal suo professore. Dopo un anno arriva il giorno della laurea, quella mattina tremante mi ha confessato che non si doveva laureare. Si era inventato tutto. Per un anno ha mentito a me e per ben 5 anni ha mentito a se stesso e a tutta la famiglia. Mi è caduto il mondo addosso ma non l ho abbandonato, stava male più di me. Ad oggi è passato un anno da quel giorno, lui ha dimostrato una gran voglia di riprender in mano la sua vita e ora lavora. Io non riesco a superare quel giorno, sono forte fuori ma dentro sono piena di ansia e paura. Soffro di attacchi di ansia e agitazione. Ne abbiam parlato molto insieme e ad oggi credo sia egoista continuare a farlo, non c è più nulla da dire e lui ha davvero bisogna di andare oltre quel giorno. Riuscirò a recuperare la stima in lui? E in me? È possibile superare insieme una simile tragedia emotiva? La “tragedia“ non è certo la mancata laurea ma le bugie, le preoccupazioni per il futuro (il suo lavoro) e l umiliazione che ho provato quel giorno a dover dire alla mia famiglia e ai miei amici l accaduto. Mi sono sentita, forse stupidamente, “ingabbiata“ a tradimento nella convivenza che ha di sicuro peggiorato il tutto. Vi ringrazio per l aiuto.

Le rispondo con la sua stessa domanda: "La 'tragedia  non è certo la mancata laurea ma le bugie, le preoccupazioni per il futuro (il suo lavoro) e l'umiliazione che ho provato ...a dover dire alla famiglia  e ai miei amici l'accaduto. Mi sono sentita 'ingabbiata' a tradimento nella convivenza che ha di sicuro peggiorato il tutto'.
E le chiedo: 'quanto conta per lei ll "giudizio" del 'collettivo'?...Ed inoltre le chiedo,...cosa forse  più importante: " il sentirsi  'ingabbiata". in una convivenza....ci pensi!...In fondo le due cose si connettono....nel senso che 'famiglia, posizione sociale, lavoro' sono valori collettivamente  'vincenti'....condivisi. Ma è questa la sua 'strada'?  Forse potrebbe esserlo, ma perchè, allora, "sentirsi in gabbia?"  Glie la 'butto lì' Ci pensi!!!!