Dott.ssa Sabina Barichello

Dott.ssa Sabina Barichello

psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R.

Crescere senza un padre

Buongiorno, ammetto che non sapevo dove catalogare la mia richiesta in quanto va a toccare svariate aree. Sono un ragazzo (ormai possiam quasi dire uomo) cresciuto senza un padre, mia madre è stata con un'altro uomo per 17 anni il quale però non era nemmeno lontanamente all'altezza per quel ruolo. Mi capita di tanto in tanto di ricadere in depressione pensando a questa cosa, non riesco a farmi una ragione del fatto che io un padre non lo ho, mi sento molto ferito dal fatto che ho “creduto“ nell'ex di mia madre (sapevo che non era mio padre in quanto fui informato a 13 anni della cosa, poco dopo che mio padre biologico era deceduto) sperando che prima o poi mi riconoscesse, mi guidasse invece che evidenziare quello che non ero, quello che sbagliavo, insomma non ero mai all'altezza. Si lasciarono quando io avevo 19 anni e da allora ho abbandonato ogni speranza di avere un padre, qualcuno che “ci tiene“ se capite cosa intendo. Ora ho quasi 30 anni e mi ritrovo ancora a combattere con questi pensieri, desidero spasmodicamente un padre nonostante ormai sia una persona adulta ma non riesco a sentirmi tale. Queste insicurezze che ho continuano a riflettersi nella vita di ogni giorno, non riesco a mantenere i rapporti di amicizia o sentimentali con altri perchè c'è sempre quel tarlo in testa che mi dice “non hai nulla da offrire, non sei come gli altri“, sono incredibilmente critico su ogni cosa che faccio e spesso lascio perdere. So che non è giusto stare qui a “drogarsi con la propria storia“, questi periodi di profonda tristezza vanno e vengono però vorrei trovare un modo per lasciarmi alle spalle tutto questa rabbia, inadeguatezza. Per metterla in maniera poetica, ho un bambino di 10 anni intrappolato dentro di me che darebbe qualsiasi cosa per avere le attenzioni e il supporto del padre. Ma il tempo passa, io divento sempre più grande e so che non potrò mai avere questa esperienza e la cosa mi distrugge. Forse cerco solo conforto (in internet poi, oh wow) come al solito metto insieme una papiro di confusione che cercherete di decodificare, quindi chiedo scusa in anticipo per le informazioni frammentarie che ho messo in questo teso. C'è speranza per quelli come me?

Gentile Emanuel, mi sento di rassicurarla che chiunque in una situazione come la sua potrebbe sentirsi, come dire, incompleto oppure, parafrasando una sua dicitura, frammentato. Le questioni non risolte, ancora di più se toccano i nostri affetti più profondi, necessitano una posizione, necessitano una collocazione, anche se questo potrebbe voler dire “metterli” finalmente fuori dalla nostra vita, dalla nostra sfera psichica. Ma è importante dare loro un nome, un significato. Lei mostra di avere una certa capacità introspettiva che, però, necessita un orientamento per fare combaciare il puzzle e portarla ad essere più sereno. Mi sento, quindi, di consigliarle sicuramente di intraprendere una psicoterapia che potrebbe darle una mano in questo. Per altri chiarimenti non esiti a contattarmi pure. Cordialmente