Dott.ssa Sabrina Costantini

Dott.ssa Sabrina Costantini

Psicologo, Psicoterapeuta

Ho perso fiducia in mio figlio

Salve, non ho mai pensato di essere perfetta, ma, sebbene alterni, i rapporti coi miei figli mi davano fiducia e sostegno. Mia madre era molto severa e poco dolce ed io purtroppo ho ereditato da lei la poca capacità di gratificare e la ruvidezza dei modi, a volte sono brusca e scostante. Ma ho sempre avuto, o credevo di avere un bel rapporto con i miei figli, soprattutto il maggiore, più aperto, mi raccontava sempre tutto e credevo di avere un bel dialogo con lui (questo non significa che non ci fossero scontri, alcuni anche intensi). Quest’anno, in quarta liceo, a fine novembre, dopo un serie di forche che io ho cercato di comprendere, ha deciso di lasciare la scuola. Lo ha comunicato sia a me sia a suo padre. Io l’ho presa molto male, suo padre in maniera molto più disinvolta e sebbene contrariato ha accettato di buon grado la sua scelta. Io invece ho subito sia la scelta del figlio che l’inerzia del padre (siamo separati). Ora ho perso fiducia in mio figlio, tra questa bella pensata e altre trovate non proprio geniali e altre bugie mi hanno fatto perdere molta della stima che avevo di lui. Ora non va a scuola, ma lo sveglioi tutte le mattine come se ci andasse e lo porto con me a lavoro, dove sinceramente si annoia lui e agita me. Sono meno disponibile e sebbene cerchi di essere abbastanza oggettiva ed equilibrata mi rendo conto che pretendo di più in casa … del resto non fa nulla, almeno potrebbe contribuire … ecc … lavoro al momento non si trova e poi il mio desiderio è che finito quest’anno lui riprenda gli studi come promesso. Però non sono più così fiduciosa e gli sto più col fiato sul collo, diciamo che ne lascio scorrere meno. La situazione attuale però un po’ mi spaventa, un ora/giorno viene e cerca conforto, non sempre riesce ad ottenerlo, dipende da cosa ha combinato poco prima, un ora/giorno manifesta tutto il suo odio sia a parole sia coi modi. L’altro giorno perché non ho accondisceso ad una sua richiesta mi sono beccata del: ti odio, mi fai schifo non ti voglio più, tutto ciò che dici non mi interessa, del resto faccio ciò che tu mi hai insegnato e mille altri insulti. Questa continua alternanza di comportamenti, questa totale svogliatezza, questa assenza di interessi, questa assoluta arroganza e prepotenza mi stressano profondamente e accentuano i miei difetti (rudezza nei modi e rigidità nei comportamenti). E questo è un aspetto. Dall’altra parte c’è la consapevolezza di tante cose, del suo stato di malessere generale, della sua insicurezza e della sua richiesta d’aiuto. E’ come se avessi a che fare con due persone, una che cerca in me protezione, e quando la cerca, spesso la trova, e una che cerca ad ogni costo di prevaricarmi e di farmi subire ad ogni costo le sue scelte accusandomi costantemente di essere io il despota della questione. A questa seconda persona mi ribello e cerco di ristabilire le regole, i ruoli e le priorità. Il risultato è che io vivo malissimo, salvo brevi momenti e lui pure. Io lo leggo come il mi aguzzino e lui pure, insomma sono sfinita e non ho più risorse. Ho bisogno di consigli utili, pratici, su come gestire questa fase difficile sperando che si concluda presto e al meglio. Come fare a mantenere le regole di sempre, sebbene non rigide, cercando di aiutare lui nel suo confuso e caotico modo di autogestirsi e cercando di non soccombere io. Non liquidatemi con “signora questa è l’adolescenza” perché fra tutti i ragazzi che conosco lui è l’unico che deliberatamente ha voluto prendersi l’anno sabbatico ed è l’unico che rischia di non finire il liceo senza alcuna ragione ma per il solo gusto di andare contro corrente e contro i consigli di tutti: insegnanti, compagni di classe, amici, parenti ecc … oltretutto si vergogna della sua scelta tanto è che se incontriamo per strada persone e gli chiedono come va a scuola lui risponde bene e si comporta come se in realtà lui fosse ancora a scuola.
Buon giorno Cecilia, capisco lo sconforto, la fatica e soprattutto la paura, un genitore ha sempre paura di aver sbagliato e di sbagliare, vorrebbe sapere qual'è l'atteggiamento giusto e la scelta giusta. Penso che anche suo figlio vorrebbe saperlo. Anche lui vorrebbe sapere qual'è la decisione giusta, cosa deve fare e come farlo. Credo che lei voglia essere un buon genitore e lui un buon figlio, entrambe volete sapere la cosa giusta e questo è indice di un legame molto forte e radicato. Forse l'intoppo sta quando lei dice "ho perso fiducia in mio figlio", da quanto dice si evince che le scelte che fa il ragazzo, lei le paragona a sè e al vostro rapporto, come una cartina tornasole di quanto fatto fino ad ora. Bhe, non è esattamente così! Comprendo che lei non condivida la scelta di suo figlio di interrompere la scuola e anche il timore che non riprenda, sono legittimi e plausibili. Nello stesso tempo, non deve credere che questa scelta sia un gesto di rifiuto o ribellione, forse è un ritiro, appunto, un senso di incapacità, una paura che lui ha. Forse può cercare di aprire un dialogo con lui, più franco possibile, dove lei esprime anche le sue varie parti in conflitto, quella amorosa e preoccupata e quella arrabbiata, infuriata, indignata. Può fargli comprendere che vorrebbe saper essere un ottimo genitore, che sa sempre tutto, ma non è così. La strada la si trova percorrendo. Può esplicitargli che anche lei ha paura ed è normale che ce l'abbia lui, che se molla la scuola sicuramente ci sono delle difficoltà e non è mollando che le risolve. Insomma, cercare di ricreare un dialogo ma soprattutto di rimettere insieme le vostre due parti, quelle arrabbiate, rifiutanti e quelle che chiedono aiuto, vicinanza, ecc. Entrambe hanno diritto ad esserci e possono essere integrate, dando buoni frutti. Il fatto che entrambe viviate questi due aspetti contrapposti, ci dice che c'è un gran legame e talvolta proprio questo rende difficile le scelte, perchè mette in primo piano il timore di deludere l'altro. Concordo con lei che su certe cose deve essere ferma, non dura, ma ferma, la ribellione è anche un modo per testare i confini, se lei si mostra facilmente corruttibile, mostra di non avere fiducia in lui, di non tenerci abbastanza e di non essere lei stessa solida. Per potersi fidare di qualcuno, si ha bisogno di sapere che c'è, è affidabile e forte! Parlando di ritiro e di due parti, poi mi viene in mente che lei è separata e suo marito ha reagito in modo sereno alla scelta, quasi indifferente o passivo. Anche questo crea un doppio binario, una confusione nel ragazzo, che non è facile da affrontare. La mamma ed il femminile, pretendono da lui, chiedono delle cose, il maschile si ritira e acconsente passivo! Questa è anche un'età in cui suo figlio ha bisogno dell'identificazione con un modello maschile, per sapere chi è. Quindi, visto quello che può fare lei è da una parte cerca di coinvolgere di più il suo ex marito, per fargli prendere un ruolo attivo, anche solo nel passare del tempo col ragazzo, dall'altra lei deve essere ferma nelle sue decisioni ma anche rassicurarlo e mostrargli che ha fiducia in lui e vede le sue capacità. Ce la può fare! Ce la potete fare! Per cui, coraggio, ci vuole pazienza ed energia. Ma lo faccia con maggiore leggerezza, ci vuole determinazione, ma anche fiducia,in sè e in suo figlio. Vedrà che le sue energie daranno buoni frutti. Buon lavoro!