Dott.ssa Serena Carnì

Dott.ssa Serena Carnì

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Sono sempre stato un po' asociale ma non l'ho mai considerato un problema.

Sono sempre stato un po' "asociale", come dicono i miei amici... Non evito la gente, ma sento spesso il bisogno di stare da solo e non l'ho mai considerato un problema. Circa un anno fa ho perso mia madre, in un incidente stradale nel quale guidavo io. Da allora questa mia caratteristica è andata accentuandosi sempre di più, tanto che gli amici, si stanno un po' allontanando da me, solo questo ha iniziato a farmi vedere questa asocialità come un problema. Sono arrivato a mentire pur di non dover giustificare questa mia voglia di solitudine. Non è che io resti a casa a piangere o chissà ché, semplicemente non mi va di uscire, non mi va di vedere gente. Penso in fondo di utilizzare l'incidente come scusa, per assecondare questa mia voglia di solitudine. Però mi rendo anche conto di non riuscire ad affrontare il ricordo dell'incidente e che spesso l'avere gente intorno, invece che aiutarmi a non pensarci, mi ci fa tornare quasi ossessivamente sopra, anche se non ne capisco il motivo. Ho provato a parlarne con un amico, che però non ha dato peso più di tanto alla cosa, anzi secondo lui è solo questione di tempo e mi passerà. Devo considerarlo un problema? Dovrei parlarne con qualcuno? o dovrei semplicemente affrontare da solo quello che per ora evito nella mia testa? o ancora, dovrei aspettare? Grazie.
Salve, ritagliarsi dei momenti di solitudine in cui dedicarsi a se stessi non è di per se un problema. Quello che mi fa riflettere però è quanto lei dice: " mi rendo anche conto di non riuscire ad affrontare il ricordo dell'incidente e che spesso l'avere gente intorno, invece che aiutarmi a non pensarci, mi ci fa tornare quasi ossessivamente sopra". Da quanto dice la sua "asocialità" non è dovuta tanto al desiderio di dedicarsi del tempo. Sembra piuttosto un tentativo di evitamento teso a non dover affrontare un evento che ancora è particolarmente doloroso. Dopo un anno questo tipo di dinamiche avrebbero dovuto iniziare a diminuire, anche se ognuno di noi ha delle tempistiche che possono variare. Nel suo caso invece sembra che stiamo peggiorando. La situazione che descrive, anche se non connotata da altre caratteristiche che potrebbero far pensare a una psicopatologia, di sicuro fa pensare a un campanello d'allarme. Ci può essere una predizione allo sviluppo di psicopatologia (come ad esempio la depressione). Prenderei in considerazione l'idea di rivolgersi a uno psicoterapeuta che potrà analizzare meglio la situazione e fare una diagnosi accurata e specifica per il suo caso. Si ricordi che intervenire in tempo è importante per rendere il percorso meno arduo. A presto