Dott.ssa Serena Saccani

Dott.ssa Serena Saccani

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Disturbi emotivi di lunga durata: ora puoi farcela con la Schema Therapy

Che cos’è la Schema Therapy?

La Schema Therapy è un approccio terapeutico psicologico sviluppato dal Dott. Jeffrey Young che integra aspetti della Teoria Cognitivo Comportamentale Standard con altri mutuati dalla Psicologia della Gestalt, dalla Teoria dell’Attaccamento, dalle teorie Costruttiviste e Psicodinamiche.

E’ un approccio utile e scientificamente validato (la cui efficacia è stata dunque confermata attraverso studi scientifici) per intervenire sui disturbi psicologici ed emotivi di lunga durata, sulle difficoltà relazionali croniche e sui disturbi di personalità.

Il Dott. Young mise a punto la Schema Therapy partendo dalla constatazione che persone con disturbi psicologici ed emotivi “cronici” e persone con disturbi di personalità sembravano non trarre reale beneficio da trattamenti clinici derivanti dall’approccio cognitivo –comportamentale. Young osservò che le persone con tali difficoltà sono spesso concentrate sui loro traumi, sulle emozioni e sui pensieri ad essi connessi e hanno difficoltà a riservare spazio psicologico per seguire il ritmo di una terapia di tipo cognitivo - comportamentale che presuppone alla base un’ alleanza terapeutica forte con il terapeuta.

Persone con difficoltà riconducibili alla personalità o che comunque presentano difficoltà emotive croniche possono vivere con fatica il processo di costruzione di un’alleanza con il terapeuta al fine di raggiungere gli obiettivi terapeutici anzi, in tale prospettiva, la relazione è essa stessa un obiettivo terapeutico primario.


Che cos’è uno Schema Maladattivo Precoce?

Il concetto centrale nella Schema Therapy è quello di Schema Maladattivo Precoce: un tema o un pattern formato da ricordi, emozioni, pensieri e sensazioni fisiche inerenti sé stessi e gli altri, che si sviluppa nell'infanzia o nell'adolescenza a partire da esperienze di frustrazione o negazione di bisogni emotivi primari, viene rielaborato lungo tutto il corso della vita e si caratterizza per risultare significativamente disfunzionale (ovvero non più adeguato alla vita della persona e alle richieste dell'ambiente).

Lo Schema rappresenta ciò che l'individuo conosce, per cui anche se causa sofferenza emotiva la persona lo sente come “giusto” perché “è sempre stato così”. Gli Schemi Maladattivi Precoci “lottano per sopravvivere” perché a causa del bisogno di coerenza caratteristico dell’essere umano, ciò che è conosciuto tende ad essere mantenuto.

Gli Schemi dunque orientano la vita e influenzano i comportamenti delle persone attraendole verso situazioni che tendono a confermare gli Schemi stessi, rendendo dunque difficile il cambiamento.

Gli Schemi si formano dunque, quando non vengono soddisfatti adeguatamente durante l’infanzia i bisogni emotivi primari che sono universali:

  • Attaccamento sicuro
  • Protezione
  • Empatia
  • Amore cura e attenzione
  • Autonomia
  • Validazione di emozioni e bisogni
  • Limiti Realistici


Gli Schemi Identificati sono diciotto suddivisi in cinque domini:

  • DISTACCO E RIFIUTO: schema abbandono/instabilità, sfiducia/abuso, deprivazione emotiva, inadeguatezza/vergogna, isolamento sociale.
  • LIMITAZIONE DELL’AUTONOMIA e dei RISULTATI: schema di dipendenza, vulnerabilità alla sofferenza e alle malattie, invischiamento, fallimento.
  • PROBLEMATICHE RELATIVE AI LIMITI: pretese/grandiosità, mancanza di autocontrollo/autodisciplina.
  • ORIENTAMENTO VERSO GLI ALTRI: sottomissione, auto sacrificio, ricerca di approvazione
  • VIGILANZA ECCESSIVA E INIBIZIONE: negatività/pessimismo, inibizione emotiva, standard severi/ipercriticismo, punizione.


Che cosa sono le strategie di coping?

Gli Schemi normalmente sono silenti ma si attivano in situazioni “trigger” provocando dolore, sofferenza emotiva e angoscia. Proprio al fine di gestire l’attivazione degli schemi e dunque della sofferenza le persone sviluppano delle strategie di coping, cioè imparano a mettere in atto comportamenti che permettano di fronteggiare la sofferenza generata dall’attivazione dello schema, ma che tendono a confermare e dunque rafforzare lo schema stesso. Le strategie di coping e i comportamenti che ne derivano hanno una funzione adattativa durante l’infanzia, permettono cioè di sopravvivere a condizioni emotive difficili e di far fronte al dolore provocato dal non soddisfacimento dei bisogni emotivi primari, ma diventano limitanti e dunque disfunzionali se perpetuati nella vita adulta.

Le risposte o strategie di coping sono tre: resa, evitamento e ipercompensazione.

Per comprendere come agiscono queste strategie pensiamo alla situazione di una persona che durante l’infanzia abbia vissuto in un ambiente famigliare instabile nel quale le figure di attaccamento talvolta le manifestavano affetto, riconoscimento, lode, empatia… mentre in altri momenti inaspettatamente o a seguito di particolari eventi, tutto ciò le veniva sottratto. E’ probabile che questa persona sviluppi uno schema di abbandono che la porterà a pensare che tutte le persone importanti prima o poi la lasceranno sola. Da adulta questa persona per modulare il dolore provocato dall’attivazione dello schema potrà: scegliere partner inaffidabili o poco disponibili (resa), oppure evitare di stabilire relazioni intime per paura dell’abbandono (evitamento), oppure ancora stabilire legami forti con persone significative assillandole, chiedendo rassicurazioni continue, facendo scenate di gelosia (ipercompensazione).


Quali sono dunque gli obiettivi terapeutici della Schema Therapy?

Innanzitutto quello di aiutare la persona a diventare sempre più consapevole dei propri schemi, delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti ad essi collegati e delle situazioni in cui si attivano. Successivamente lavorare affinché si riduca sempre più la frequenza e l’intensità con cui gli schemi si attivano, in modo da permettere alle forze sane e positive insite in ogni persona di emergere e stabilizzarsi permettendo un maggior grado di adattamento e dunque, di benessere. Per fare ciò durante il trattamento occorre andare a far luce e successivamente soddisfare in modo professionale i bisogni emotivi non adeguatamente considerati e dunque frustrati durante l’infanzia attraverso un processo clinico- terapeutico definito reparenting.



Bibliografia

Young, J.E., Klosko, M. E. Weishaar (2007), La Schema Therapy – la terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità, Eclipsi, Firenze

Arntz, A., Jacob, G. (2013), Schema Therapy in Azione: teoria e pratica, Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari

Van Wreeswijk, M. et al. (2013), Manuale di Schema Therapy. Teoria, ricerca e pratica, Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari

Arntz A., Van Genderen H. (2011), La Schema Therapy per il disturbo borderline di personalità, Raffaello Cortina

Young, J.E. & Klosko, J.S (2004,) Reinventa la tua vita, Raffaello Cortina Editore, Milano

Young, J., Rafaeli, E., Bernestein, D. (2012), Schema Therapy - Fondamenti di base e differenze dalla terapia cognitiva, Istituto di Scienze Cognitive Editore, Sassari

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