Temo che mio figlio di 5 anni soffra di un disturbo comportamentale

Salve, temo che mio figlio di 5 anni soffra di un disturbo comportamentale. Dalla nascita del suo fratellino (2 anni fa) è diventato molto geloso, irascibile, ossessivo. A volte mi guarda di traverso e, se gli sorrido, mi urla che non devo ridere (come se lo stessi prendendo in giro). I suoi amichetti gli si avvicinano e lui sembra non voler/poter ricambiare l'affetto... Soprattutto è molto irascibile, fa capricci per niente (vere crisi isteriche), non credo sia tutto imputabile alla gelosia nei confronti del fratello, verso il quale mostra pertanto affetto (si preoccupa per lui se piange). Le maestre mi hanno solo parlato di "capricci e litigiosità" e nient'altro. A livello linguistico non ci sono grossi problemi, a volte balbetta un pò, e si infuria quando non riesce a esprimersi o ha l'impressione che non lo capiamo. Inoltre provoca continuamente, come se cercasse continue occasioni di scontro, specie con me. Il mio istinto di madre mi consiglia di approfondire, mi appello prima a Voi psicologi per avere suggerimenti ulteriori. Grazie

La nascita di un fratellino provoca sempre la necessità di creare nuovi equilibri all'interno di un nucleo familiare e soprattutto all'interno della relazione diadica tra il bambino e chi si occupa di lui (in genere la madre); non si tratta quindi semplicemente di un nuovo membro familiare che si "aggiunge" al nucleo precedente, ma è necessaria una vera e propria "riorganizzazione" dei rapporti che tenga conto del nuovo arrivo. Talvolta questo processo può risultare difficoltoso a causa di svariati motivi che riguardano le caratteristiche specifiche del nucleo familiare in questione e che vanno indagate caso per caso, nonchè le caratteristiche particolari del bambino. In generale comunque si può dire che è positivo cercare di coinvolgere attivamente e responsabilizzare il piccolo nella cura del nuovo nato, un pò come se la mamma avesse bisogno del suo aiuto per far fronte a questo nuovo impegno, che deve essere considerato non un suo impegno esclusivo, ma un impegno di tutto il nucleo familiare, bambino compreso. Questo dovrebbe servire a farlo sentire meno escluso dal nuovo rapporto madre/fratellino e a ridurre quindi la gelosia e i comportamenti disadattivi ad essa collegati.