Figlio completamente isolato: chiarimenti

Buonasera,

ho un figlio di 13 anni che da sempre ha rapporti difficili e conflittuali con i coetanei.

mi sono resa conto di questa difficoltà quando frequentava il primo anno della scuola dell'infanzia, inizialmente ho pensato che fosse una fase passeggera invece, con le dovute differenze nelle modalità, e' rimasta invariata fino ad oggi.

Gli atteggiamenti che ho visto e che mi hanno raccontato sono: viene preso in giro, gli vengono portate via le cose a scuola, funge da capo espiatorio in diverse situazioni, l'ultima, ad esempio, era sparita una cartellina in classe e lui e' stato accusato da quasi tutti i compagni; oppure scrive sul gruppo di whats app di classe e nessuno gli risponde, non viene invitato alle feste di compleanno, non viene invitato ad uscire e se invita lui i compagni non accettano.

Lui non si chiude, ha un atteggiamento solare e prova e riprova ad avere amici, sicuramente "sbaglia" la modalità, diventa esageratamente di buon umore, ha bisogno di un contatto fisico e verbale, parla di continuo.

Sono andata da diversi specialisti (ho portato a termine tutte le "terapie" / colloqui) sistemico cognitivo, relazionale (scusate non mi ricordo le varie scuole) sia come genitori , come famiglia e ognuno di noi individualmente, ma non abbiamo risolto la situazione.

Tutto questo mi genera ansia e sofferenza, anche se so da sola che sarebbe piu' facile se mi calmassi o comunque accettassi la situazione, ma non ci riesco. Mio figlio, anche se di buon umore, non vive bene la situazione, nei momenti di stanchezza, di tristezza mi dice che nessuno vuole stare con lui, poi, magari il giorno dopo e' vivace come sempre e vede il mondo con dei fantastici occhiali rosa.

Leggendo vari articoli, materiali, ricerche, per venire a capo di questa situazione, mi sono imbattuta in una classificazione sociometrica dei gruppi (non ricordo l'autore) e lui ha tutte le caratteristiche del rifiutato.

Avrei bisogno di sapere quale specialista si occupa di queste difficoltà.

GRAZIE INFINITE.

buonasera,

capisco la sua preoccupazione. mi viene in mente di proporre agli insegnanti un incontro con uno psicologo scolastico proponendo il tema dell'"escluso", del "rifiutato", provando a fare comprendere in maniera piu' "empatica" ai compagni, come potrebbe sentirsi un bambino-ragazzo escluso dal gruppo dei pari. Qusto potrebbe aiutare a comprendere meglio alcune dinamiche fra pari, con l'aiuto di un esperto in comunicazione emotiva. in bocca al lupo