Dott.ssa Simona Di Leo Boato

Dott.ssa Simona Di Leo Boato

psicologo, psicoterapeuta, consulente sessuale

Credo di essere affetto da ansia da prestazione

Buon giorno, volevo esporre la mia problematica sessuale. Sono un ragazzo eterosessuale ma da molti anni ho avuto modo di constatare una disfunzione. Credo di essere affetto da ansia da prestazione infatti ogni qual volta inizio una relazione con una ragazza, pur avendo erezioni in più momenti nell'arco della conoscenza al momento di concludere e consumare il rapporto sessuale non riesco ad avere una erezione e se questo dovesse capitare in minima parte posso affermare che é del tutto insufficiente per avere una penetrazione perchè il mio pene non raggiunge la consistenza giusta. Ho trovato rimedio con la mia prima ragazza col viagra da 25 mg ed ho avuto risultati soddisfacenti in erezioni e numero di rapporti sessuali. Tuttavia ho continuato a prendere il viagra per il primo periodo ad ogni rapporto sessuale, diminuendo nel corso dei mesi l'assunzione fino a non prenderlo più e questo mi ha consentito di non avere SOLO con la mia ragazza disfunzioni erettili avendo ottime prestazioni sessuali. Da poco mi sono lasciato con lei e la problematica si è presentata nuovamente con la mia nuova ragazza, ed ho adottato la stessa tecnica : viagra 25 mg per il primo periodo ad ogni incontro sessuale, diminuzione assunzione fino a sospensione, ottenendo gli stessi risultati, ovvero alla sospensione ho avuto dopo la fase di intermedia di intervalli rapporto con assunzione, rapporto senza assunzione, una attività sessuale ottima non registrando disfunzioni. Ma questa ansia da prestazione si presenta sempre e più volte mi è capitata di fare cilecca al primo rapporto sessuale. Cosa posso fare per risolvere questo problema? Questa situazione mi blocca e mi fa star male. Grazie Ale ps ho 27 anni
Gentile utente, sono psicoterapeuta e consulente sessuale, il farmaco da un punto di vista psicologico, la mette a riposo dal pensiero che lei è "responsabile della sua erezione", avviene una sorta di delega al farmaco, così lei si può concentrare sul piacere e non sulla prestazione. Il suo corpo e la sua mente imparano, in questo modo come si fa, e il problema si dissolve. Questo significa che lei può farlo. Chiaramente quando inizia una nuova relazione si riattiva la memoria, anche corporea, della sua paura di "non essere all'altezza" e lei allora deve riabituare la sua mente a non preoccuparsene. Mi sembra che la sua autodiagnosi possa essere corretta, anche se io definirei il suo problema in questo modo: "difficoltà a passare dal luogo della prestazione a quello del piacere". Sarebbe utile un lavoro sull'estensione dell'area del piacere e sullo spostamento dell'attenzione dai genitali al resto del suo corpo; la pelle è l'organo più esteso del nostro corpo e nell'ambito della sessualità è possibile che sia poco esplorato nella convinzione che il piacere debba essere necessariamente legato ai genitali. Un saluto