Dott.ssa Simona Errico

Dott.ssa Simona Errico

Psicologa / Psicoterapeuta / Psicotraumatologa - E.M.D.R.

Insonnia e ansia.Quali sono le cause e i rimedi?

Salve, Sono una ragazza di 21 anni. Circa 4 mesi fa un pomeriggio a lavoro ho cominciato a sentirmi il cuore battere forte, un nodo alla gola e sudate a freddo.sono una ragazza un po' ipocondriaca sotto un certo punto di vista e sono andata subito dal dottore credendo fosse il cuore ma mi ha detto che andava bene. Ho prenotato un elettrocardiogramma ed è andato tutto bene. Ho sofferto per una settimana di insonnia sentendomi sempre in quel modo, poi una dottoressa mi ha prescritto delle pillole naturali che mi calmassero ed ogni sera facevo la camomilla. Poi sono passati, ero convinta fossero dovuti ad un post stress dopo gli esami universitari. Dopo. Un mesetto sono tornati questi attacchi per una settimana ma nessuna pillola o camomilla che mi calmassero l'ansia e piangevo alla notte e stavo malissimo anche perché il giorno dopo lavoravo e dormivo poco. Ho saltato anche qualche giorno di lavoro. Ho addirittura pensato fosse il lavoro perché non stavo bene e l'ho lasciato per dedicarmi solo agli studi. Però almeno per 2 giorni per 2 volte al mese mi torna questa insonnia alla notte ed anche ansia di giorno come se mi spingessero sul petto e alla notte se dormo con mia mamma come una bambina sto meglio. Ammetto di essere una ragazza abbastanza ansiosa di mio ma questi sintomi non li ho mai avuti e sto male perché non so più come fare. Quali possono essere le cause e i rimedi? Vi ringrazio molto ROSA

"Gentile Rosa,

purtroppo la sintomatologia ansiosa che lei descrive e sta vivendo, tende a peggiorare se non trattata e la terapia Cognitivo-Comportamentale, il mio approccio elettivo, è quella d'elezione per i disturbi d'ansia. 
Intanto le fornisco alcune informazioni, anche se non hanno la presunzione di esaustività, perchè per poter essere maggiormente precisa, è necessario fare un assessment, ossia una valutazione iniziale che lo psicoterapeuta compie per arrivare alla comprensione del funzionamento della persona al fine di decidere l'intervento più appropriato al caso (è l'equivalente delle analisi del sangue e delle valutazioni diagnostiche in ambito medico).
 
L’età in cui tale disturbo si manifesta per la prima volta varia notevolmente da soggetto a soggetto, ma tipicamente si colloca tra la tarda adolescenza e i 35 anni.

In base agli studi empirici finora realizzati, i fattori di rischio per l’insorgenza del disturbo di panico risultano essere:

  • situazioni stressanti fisiche (es. malattie, mancanza di sonno, iperlavoro, uso di sostanze stupefacenti) e psicologiche (es. stress lavorativo, problemi finanziari, cambi di ruolo, conflitti interpersonali, malattie di familiari, lutti);
  • iperventilazione, che consiste in una respirazione più rapida e profonda rispetto al fabbisogno d’ossigeno dell’organismo in un determinato momento;
  • predisposizione genetica e familiarità, per cui i consanguinei di primo grado si trasmetterebbero la tendenza a rispondere con l’ansia a determinati stimoli;
  • caratteristiche di personalità, consistenti essenzialmente in una sensibilità agli stimoli ansiogeni, che si manifesta in particolare con lo stile di pensiero catastrofico.

Conseguenze del disturbo di panico

Il disturbo di panico può essere particolarmente invalidante in quanto ha ripercussioni sulla vita lavorativa (es. rinuncia ad un lavoro per le difficoltà di spostamento), familiare (es. tensioni interpersonali causate dalle frequenti richieste di essere accompagnati) e sociale (es. riduzione delle relazioni a causa della difficoltà a frequentare luoghi pubblici) della persona che ne soffre. La riduzione dell’autonomia, conseguente all’attuazione dei comportamenti protettivi e di evitamento, danneggia, a breve termine, la qualità della vita di chi ha il disturbo e dei suoi congiunti, e, a lungo termine, il senso di efficacia personale e la stima di sé. Il decremento dell’efficacia personale e dell’autostima, inoltre, a lungo andare possono produrre una depressione secondaria. Altra frequente conseguenza del disturbo di panico è l’abuso di sostanze stupefacenti (in particolare l’alcool), a cui la persona può ricorrere come tentativo disperato di gestire il disturbo stesso o la depressione che ad esso può seguire.

 

Nel caso mi contatterà entro maggio potrà usufruire delle prime 3 sedute in promozione come indicato sul sito. 
Le auguro una buona giornata. 
Cordiali saluti.