Dott.ssa Simona Guglielmucci

Dott.ssa Simona Guglielmucci

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Informazioni su psicoterapia

Ai gentili professionisti che leggeranno: Sono un ragazzo alla soglia dei 30 anni, con problemi della sfera ansiosa e relazionali.
Studente di lingue in triennale (seconda laurea) fuori sede in una città che medita di cambiare.
Ho intenzione di iniziare un percorso psicoterapeutico a lungo termine, che rispecchi le mie esigenze (possibile trasferimento, disturbi della sfera ansiosa e relazionali, necessità lavorative di contatto con la gente)

1. Come scegliere bene psicoterapeuta e orientamento psicoterapico? A quali fattori devo dare più importanza?

2. Cosa succede se si cambia terapeuta dopo qualche mese e cosa invece se si cambia dopo, ad esempio, due anni?

3. Cambiamenti realizzabili: quali sono i limiti della psicoterapia?
Da introverso e sociofobico si può diventare abbastanza a proprio agio per lavori che richiedono il parlare in pubblico?

4. Come avere cambiamenti stabili nel tempo? Ho fatto altre terapie e dopo averle lasciate ho avuto delle ricadute

5. Terapia online: consigliata?

6. E' sbagliato parlare con amici e parenti degli argomenti discussi in terapia?

Ringrazio coloro che risponderanno.

Gentile Antonio,

scegliere uno psicoterapeuta soprattutto quando non si hanno riferimenti è sempre un atto di fiducia, perchè quel che può garantire il buon esito di una psicoterapia, in maniera trasversale a tutti gli approcci, è la relazione che si instaura e come vengono gestite anche le inevitabili rotture e frustrazioni che la relazione col terapeuta può implicare. Per questo il cambiamento di un terapeuta può essere utile se non si instaura questo clima di fiducia o ci si sente bloccati nel percorso dopo aver condiviso il problema con il terapeuta stesso e aver analizzato insieme le cause dello stallo. Cambiare terapeuta invece non è utile se l'interruzione della terapia costituisce una fuga da una situazione scomoda o disagevole, perchè la terapia aiuta proprio ad affrontare e attraversare le emozioni negative col sostegno e la vicinanza emotiva di un'altra persona.

I diversi approcci possono cambiare il focus su cui si pone l'attenzione, ad esempio nell'ambito cognitivista, quello che attuo personalmente, l'attenzione è posta maggiormente sulle difficoltà attuali e sulle relazioni che condizionano inevitabilmente la nostra affettività. I cambiamenti di una psicoterapia si misurano proprio in relazione a come cambia il sentimento di sè e di conseguenza il modo di stare in relazione agli altri; ad esempio una persona ansiosa, introversa, bloccata dalla vergogna può iniziare a percepirsi come una persona che può darsi la possibilità di esprimersi, magari non necessariamente diventando super espansiva, ma avendo la possibilità di fare delle scelte senza limitarsi per via dell'ansia e del suo senso di improponibilità.

Rispetto al tipo di psicoterapia io tendo a privilegiare sempre quella dal vivo ma se si dispone di un ambiente tranquillo e una buona motivazione anche la terapia online può essere di grande efficacia.

infine, alcuni aspetti della terapia possono certamente essere condivisi con amici e parenti nella misura in cui si ha voglia di rendere partecipi gli altri di quel che si sta vivendo, meno utile può essere strumentalizzare quel che "dice lo psicoterapeuta" per ottenere cambiamenti negli altri, perchè il lavoro psicoterapico è sempre su di sè.

Spero di essere stata utile

Un caro saluto