Dott.ssa Simona Rocco

Dott.ssa Simona Rocco

psicologo clinico-psicologo alimentare-psicologo dello sport

Padre forte bevitore

Mio padre 67enne ha iniziato a eccedere col vino negli ultimi anni (in più prende benzodiazepine). Non si ricorda niente di ciò che fa, e incolpa sistematicamente me, mia madre e mio fratello di cose inesistenti. Non vuole curarsi e dopo pranzo dorme fino a sera, si alza, farfuglia e inizia a delirare e accusare rivangando cose impossibili, velate minacce ecc, e la situazione è sempre più insopportabile. Avevo trovato un lavoro di qualche mese, ma quasi ogni giorno ero costretta a uscire prima perchè piangendo mia madre mi chiamava o perché lui lo trovava in terra a dormire con la roba a cuocere sui fornelli, oppure ubriaco e delirante per casa (raccoglieva cibo da terra e lo mangiava). Ne abbiamo parlato col medico e col sert che pero ci dice non possiamo imporre cure, la persona e logicamente intrattabile. E quando si sveglia dal torpore e estremamente agitato. Io vivo assieme a mia madre e mio fratello che vuole andarsene uno stato d ansia perenne per ciò che potrebbe fare (una volta affumicò una pentola e ci inondò la casa di fumo irrespirabile). Ne abbiamo parlato con amici ecc ma nessuno pare avere soluzione. È però impossibile per noi andare avanti cosi e non è neanche giusto a mio avviso che una persona rischi il posto per una che rifiuta il problema. Mi chiedo se secondo voi sia una demenza alcolica, (quando non beve comunque ragiona ancora), perché parla spesso con voce bassa e strascicata oppure urla, con sguardo fisso, di sfida, verso di noi. Già due volte e finito in ospedale per capogiri e vomito (una volta vomitò scuro) ma non fanno nulla lo dimettono e noi ci teniamo il problema. Che possiamo fare?

Gentile Jenny,

Non ho informazioni riguardo una sua indipendenza economica.. se può affittare una stanza per mettere almeno uno spazio maggiore fra lei e la sua famiglia.

Personalmente credo che se può vivere la sua vita e lavorare più serenamente, poi potrà forse aiutare pian piano i genitori, ma sempre mantenendo i suoi confini esistenziali abbastanza forti.

Quando la situazione problematica è famigliare ma i figli sono adulti, credo, che fare diagnosi ai genitori, che hanno oltrepassato i 50anni, non serve a nessuno.

Credo, non serve comunque, soprattutto se non c'è un desiderio di curarsi in loro, perché forse non hanno più consapevolezza. E può aumentare una maggiore instabilità e contesto di pericolosità nelle relazioni famigliari.

Il nostro sistema sanitario nazionale non è né buono né cattivo.

Per aiutare la sua famiglia, forse, dovrebbe aiutarsi con un maggiore allontanamento iniziale.

E dando orari in cui può essere chiamata da sua madre. Altrimenti verrà forse risucchiata nel vostro sistema famigliare .

Mi scuso Jenny per questo mio parere. Cerchi di essere lucida e prendersi cura di lei.

E' ancora giovane. Non deve sentirsi in colpa. Lei ha diritto alla sua vita, i doveri, mi sembra di aver capito, che continua ad esercitarli... .

Un forte abbraccio.

Simona Rocco.