Ho paura di relazionarmi con le persone

Salve, mi chiamo Rita e a breve compirò 16 anni. Quando ho cercato questo sito è stato perché volevo rendermi conto se il modo in cui mi sentivo era diciamo solo un problema mio o qualcosa di più importante. Leggendo l’articolo della dott.ssa Mariangela Romanelli sugli effetti della solitudine posso dire che mi ritrovo in tutto quello che vi è scritto, purtroppo. Io non voglio sembrare una persona alla ricerca di attenzione, ho solo bisogno di aiuto. Ormai, sono quasi sei mesi che mi sento in questo modo. Ho perso praticamente la voglia di uscire, di avere delle amiche, di parlare, di leggere, di dormire, insomma di tutto. Ho paura di relazionarmi con le persone perché sono convinta che queste possano solo ferirmi e non possano capirmi. In effetti, non vogliono. Il fatto è che mi hanno sempre detto di essere una persona dolce e gentile però ora mi rendo conto che nessuno mi cerca per chiedermi come sto, dove sono finita. Nessuno nota come sto. Non so chi sto diventando, so solo che non sopporto le Persone, le Carezze, gli Abbracci. Per me sono tutte Bugie. Sono come armi da fuoco. So che sono diventata anche più irascibile, me la prendo facilmente, alzo subito i toni e sono praticamente un disastro. Realmente, vorrei soltanto che qualcuno mi capisse, che distruggesse il mio muro, che si rendesse almeno conto della sua esistenza. Io non chiedo aiuto, sono fatta così, sorrido fino a quando devo sorridere altrimenti nemmeno i miei compagni mi parlerebbero. Poi però, quando sono sola piango per ore senza smettere e mi ripeto, perché cavolo sono convinta, che è tutta colpa mia, che se il mondo mi sputa addosso è perché sono una merda in mezzo ai fiori (scusate il termine) e, a volte, penso che sarebbe meglio finirla. Non ce la faccio a soffrire tanto. Tempo fa ci avevo anche provato, a finirla. Quando poi i miei mi vedono, mi chiedono cos’ho ma io non glielo so spiegare, non lo so spiegare nemmeno a me stessa. E’ qualcosa che mi ha preso dentro. Vorrei della compagnia ma non sopporto più il rumore, le risate, il chiasso. Sono abituata al silenzio, alla solita canzone e qualsiasi cosa lo rompa m’infastidisce. Sono insofferente e non lo sopporto e così non faccio altro che “tendere” ad isolarmi. Non riesco nemmeno più a dormire; mi stendo su quel maledetto materasso e penso, penso e penso fino a quando non mi viene voglia di sbattere la testa contro il muro. Passo le notti davanti al pc a cercare frasi di autori famosi che mi rispecchiano. Stanotte ho fatto le 05:25 e alle nove ero già in piedi; quelle poche volte che dormo non faccio altro che incubi orribili. E’ come se avessi l’ansia ogni volta che devo andare a letto. Mi è passata persino la voglia di mangiare. Sono una persona triste, morta, spenta, o almeno così mi definiscono. Non ho voglia di essere, ecco. Allo stesso tempo voglio vivere ma non so come liberarmi di tutto questo; di questa me stessa che non riconosco, voglio essere felice ma non ci riesco, voglio amare qualcuno ma odio tutti. Non ho nessuno. Il mio problema è che penso che a qualsiasi cosa mi affezioni gli altri la potrebbero usare contro di me e, ogni volta che amo o che semplicemente mi fido un po’ in più di qualcuno ho il terrore di ritrovarmi con una spina nel cuore che sanguinerà a vita. Mi dispiace se ho scritto così tanto, avrei voluto continuare ancora sinceramente. Scusate se perderete più tempo a leggere la mia “domanda”. Mi sono persa.

È possibile che questi vissuti siano il risultato di una fase della vita molto contraddittoria:l'adolescenza. Ma la persistenza e l intensità di questi stessi vissuti forse sono dovute ad uno stato depressivo più grave che a sua volta potrebbe derivare da esperienze antiche di abbandono,da uno stile di attaccamento ambivalente,da carenze affettive e altro ancora. La consapevolezza di tutto ciò e la voglia di riemergere sono positive. Ma serve un percorso psicoterapico serio. Auguri