Dott.ssa Stefania Fabbri

Dott.ssa Stefania Fabbri

Psicologo, Psicoterapeuta

Alzarmi dalla sedia ma mi sembra cosi complicato.

Salve a tutti,sono una ragazza di 23 anni e da un po' di tempo,non so neanche da quanto, non ho voglia di fare niente, non sto vivendo una situazione molto facile, mio babbo si è ammalato, questo mi rende molto triste.Abito sopra casa dei miei suoceri e mia suocera vuole manovrare la mia vita e mi sminuisce sempre e io mi sento impotente, il mio ragazzo mi nasconde sempre piu cose e non riesco a capire perche e vivo in un posto dove non c'è niente,quindi sto tutto il giorno chiusa in casa, e tutte queste cose per me sono una scusa della mia pigrizia,so che non è per questo che non ho voglia di fare niente ma è come se volessi giustificarmi con me stessa, non ho voglia di fare i lavori a casa ne di prendermi cura di me stessa,l'unica cosa che faccio volentieri è prendermi cura di mio figlio e ho tanta paura che la mia pigrizia possa riscuotersi negativamente su di lui,ha solo 7 mesi.Mi sento profondamente sola ,non ho nessuno con cui sfogarmi,le mie amiche abitano molto lontano. È come se mi accontentassi della consapevolezza di essere pigra. Non so che cosa fare,come comportarmi,basterebbe che mi alzassi dalla sedia ma mi sembra cosi complicato.. non voglio vivere cosi, non voglio per mio figlio ne per me. Mi sento molto frustrata e triste,è una situazione completamente estranea a me, io non ero cosi ed è come se mi perdessi in un bicchier d'acqua. Non voglio che la vita decida per me ,ma è come se io fossi inerme e incapace di decidere.

Salve Olivia,

io non chiamerei il suo problema con il termine "pigrizia", che ha un'accezione negativa e giudicante. Lei stessa soffre molto di questo stato e vorrebbe agire in maniera diversa, ma in questo momento non ci riesce, non è una colpa bensì un momento di difficoltà, che tutti possiamo attraversare nel corso della propria vita. L'arrivo di un figlio è un enorme cambiamento che può già da solo portare a un forte scombussolamento emotivo, se aggiungiamo che oltre a questo si trova ad affrontare la malattia del padre si può intuire quanto dolore stia attraversando. Inoltre si sente sola e non capita, in un periodo in cui avrebbe bisogno di sostegno. Chiedere aiuto è già un primo passo verso se stessa, e forse darsi l'obiettivo di potersi prendere cura di sè e quindi, indirettamente, anche di suo figlio può essere la spinta per alzarsi dalla sedia, uscire di casa, e venire a parlarne con un professionista. Se vuole possiamo vederci per un colloquio per affrontare tutto questo insieme.

Un caro saluto

domande e risposte

Dott.ssaStefania Fabbri

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