Moglie non concede la separazione

Qualche anno fa ho conosciuto un uomo che poi è diventato il mio compagno. All'epoca era sposato (da più di 25 anni) ma già da anni in uno stato di crisi. Dopo pochissimi mesi decide quindi di lasciare la moglie e di andare a vivere per conto suo. (Io sono a mia volta separata, con una figlia e ho 42 anni, lui 48). Iniziamo così a frequentarci con molto tatto e discrezione ma lui soffre di grandissimi sensi di colpa per aver lasciato la moglie (non hanno figli).
Con il tempo le cose migliorano, piano piano torna il sereno e con tutte le dovute attenzioni rendiamo pubblica la nostra relazione, mia figlia pare gradire la sua compagnia.. Facciamo anche qualche progetto per il futuro... Non conosco la sua famiglia ma non mi interessa in quanto lui la frequenta poco e nulla.
Il problema è la "ex" moglie. Che si rifiuta di concedere la separazione legale. Ormai sono quasi 3 anni che lui vive per conto suo, non si vedono mai, si sentono pochissimo ma quando lei si fa viva alterna dichiarazioni d'amore a ricatti morali. Fatto è che "sparendo", cioè evitando di affrontare il problema quando lui cerca delicatamente di invitarla ad agire, evita quindi di separarsi.

Ora, a me personalmente potrebbe anche non importare, se non fosse che lui mi ha chiesto in futuro una convivenza. E per questo penso che una persona debba svincolarsi legalmente.. Non so che fare. Lui non insiste perché non vuole sentirsi ulteriormente in colpa, io da una parte lo capisco, ma allora cosa posso fare?

Buongiorno sig.ra Laura, in base all'età attuale del suo compagno ed agli anni che lui ha vissuto con la moglie, mi sembra di capire che si sia sposato molto presto e che si sia fidanzato prima dei suoi 20 anni. Se così fosse spesso questi fidanzamenti giovanili che si protraggono per 20-30 anni, ad una certa età, ho potuto constatare che sono generalmente destinati ad entrare in crisi fino a volte, alla separazione. Se fosse così, è molto probabile che lui si senta in colpa per aver scelto la separazione. Bisogna inoltre vedere a causa di chi non hanno avuto figli, perchè anche questo potrebbe incidere nei suoi sensi di colpa. Consiglierei al suo compagno di recarsi presso uno psicoterapeuta, in particolare ad indirizzo analitico, per valutare queste tematiche di cui le ho appena accennato, focalizandosi quindi soprattutto sui sensi di colpa, senza cioè fare una tradizionale piscoterapia che potrebbe durare anche due tre anni, ma solo con un certo numero di incontri, per riuscire a decolpevolizzarsi in merito a tutto ciò, di cui le ho appena accennato, ed iniziare a vivere quindi, psicologicamente libero da questi sensi di colpa. La terapeuta deve cioè aiutarlo in questa decolpevolizzazione. Ripeto questa è solo una mia ipotesi diagnostica, dovrà essere la sua terapeuta a fare la diagnosi finale. Auguri ad entrambi.