Dott. Stefano Marchi

Dott. Stefano Marchi

Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

Ansia e paura in bambino di 10 anni

Buonasera, mio figlio ha 10 anni e mezzo e da circa un mese manifesta ansia, in particolare ha paura di potersi ammalare e morire. Questa ansia, accompagnata da pensieri ricorrenti, gli prende soprattutto la mattina appena sveglio e nel tardo pomeriggio se siamo in casa, se invece è impegnato a scuola o nello sport o in altre attività è più sereno. E' sempre stato un bambino intelligente, sensibile, timido e un pò chiuso ma comunque allegro e gioioso. E' molto insicuro e su di lui pesa molto il giudizio degli altri, soprattutto dei suoi coetanei. A scuola gioca e parla con tutti ma non ha trovato un amico con cui ha legato più profondamente e forse per questo si sente un pò solo. Va precisato che questa ansia di avere una malattia si è manifestata in concomitanza con un grave incidente accaduto a mia madre, quindi sua nonna, che mi ha costretta a lasciarlo più spesso solo (con il papà o amici o baby sitter) per poter assistere mia madre, parlare con i mediti etc etc. Mia madre è fuori pericolo ma la riabilitazione sarà lunga e dolorosa, io sono spesso stanca e preoccupata e temo che anche questo mio stato possa renderlo ancora più angosciato. Lui è sempre stato molto attaccato a me e in questo momento lo è ancora di più. Cosa posso fare per aiutarlo? Avere paura delle malattie cosa significa? Grazie per la vostra disponibilità

Buonasera,

grazie per aver condiviso con tanta chiarezza la situazione di suo figlio. 

A questa età i bambini iniziano a comprendere meglio concetti come la salute, la malattia e la morte, ma non hanno ancora gli strumenti emotivi e cognitivi per gestire in autonomia le preoccupazioni che ne derivano. Un evento come l’incidente della nonna, unito ai cambiamenti nella routine quotidiana e alla sua maggiore distanza, anche se inevitabile, potrebbe aver aumentato il suo senso di insicurezza. Inoltre, il fatto che sia sensibile e attento al giudizio degli altri potrebbe indicare una tendenza più generale a preoccuparsi di ciò che non può controllare.

Per aiutarlo in questo momento, potrebbe essere utile rassicurarlo con i fatti senza però minimizzare le sue emozioni. Può essere importante validare il suo stato d’animo, riconoscendo che sta provando paura, e allo stesso tempo aiutarlo a distinguere tra preoccupazioni e realtà. Dire frasi come "Capisco che questa paura ti fa stare male, ma voglio rassicurarti: il nostro corpo è forte e le malattie gravi nei bambini sono molto rare" può dargli sicurezza senza negare quello che sente.

Aiutarlo a dare un nome ai suoi pensieri e sentimenti potrebbe essere un’altra strategia utile. Chiedergli di descrivere esattamente cosa pensa quando ha paura di ammalarsi può aiutarlo a sentirsi più compreso e a rendere meno spaventose le sue preoccupazioni. Creare momenti di sicurezza e stabilità può contribuire a ridurre l’ansia, dato che lei stessa nota come suo figlio si senta meglio quando è impegnato. Anche se in questo periodo è molto presa dall’assistenza a sua madre, ritagliarsi dei momenti esclusivi con lui, anche brevi, potrebbe aiutarlo a percepire che la sua presenza resta un punto fermo.

Affrontare il tema della malattia e della morte in modo delicato, senza evitarlo, può essere un altro elemento importante. Spesso i bambini percepiscono le paure dei genitori e il silenzio su certi argomenti può renderli ancora più spaventosi. Parlare con un linguaggio adatto alla sua età e spiegargli che tutti ci ammaliamo a volte, ma che il corpo ha molte difese e la medicina aiuta molto, può dargli un senso di maggiore controllo.

Infine, potrebbe essere utile favorire il suo senso di sicurezza e autonomia, incoraggiandolo in attività in cui può sperimentare competenza e successo, aiutandolo a costruire relazioni più profonde con i coetanei o supportandolo nel trovare strategie per sentirsi più sicuro di sé. Se l’ansia dovesse persistere o intensificarsi, confrontarsi con uno psicologo dell’età evolutiva potrebbe essere un’opzione utile per aiutarlo a gestire meglio le sue emozioni.

Spero che queste indicazioni possano esserle d’aiuto. Se ha bisogno di approfondire, non esiti a chiedere.

Stefano Marchi

domande e risposte

Dott.Stefano Marchi

Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale - Milano

  • Disturbo ossessivo compulsivo
CONTATTAMI