Dott. Stefano Marchi

Dott. Stefano Marchi

Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

Perchè ho paura delle persone che mi amano?

Sono una ragazza di 18 anni, soffro di disturbo borderline di personalità e ogni giorno convivo con tantissimi pensieri travolgenti che mi confondono: una costante fra pensieri passeggeri, di cui poi mi ricordo solo vagamente, è il terrore all’idea che qualcuno che ammiro mi stimi o mi desideri romanticamente. Ovviamente anche io vorrei essere amata e stimata dalle persone che ammiro, ma solo ipoteticamente, perché mi sento troppo a disagio nella mia pelle per immaginare di essere oggetto di l questo tipo di attenzioni, la mia mente rifiuta l’idea completamente, sono le persone attorno a me alla fine che soffrono perché io non lascio a nessuno l’opportunità di essere corrisposti. L’unica volta che l’ho fatto è stato traumatico e comunque anche prima della fine della storia non mi sentivo mai abbastanza per il mio partner ( narcisista diagnostico ) accettando passivamente le umiliazioni perché inconsciamente l pensavo di meritare questo. Se qualcuno mi si lega inoltre ho immediatamente la certezza che se ne andranno: non soffro tanto per la perdita della persona di per sè quanto per l’abbandono e la disillusione

Gentile Giada,
la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità la sua esperienza. Le difficoltà che descrive sono comuni a molte persone che convivono con un disturbo borderline di personalità: pensieri intensi e contrastanti, un forte desiderio di essere vista e apprezzata, accompagnato però da un senso di disagio e di inadeguatezza che rende difficile accogliere l’interesse o l’affetto degli altri.

Ciò che racconta – il timore che qualcuno la stimi o la desideri romanticamente, unito alla sensazione di non meritare tali attenzioni – può essere letto come il riflesso di ferite emotive ancora aperte, che rischiano di condizionare profondamente le relazioni. L’esperienza passata con una persona narcisista, a cui ha fatto riferimento, sembra aver confermato queste insicurezze, alimentando una visione di sé negativa e dolorosa.

È comprensibile, in questo contesto, che lei tenda a evitare legami affettivi profondi: non per mancanza di desiderio, ma per protezione da una sofferenza temuta come inevitabile. Tuttavia, come ha intuito, questo meccanismo rischia di creare ulteriore distanza e solitudine, impedendo alle relazioni di svilupparsi in modo più equilibrato.

Esistono oggi percorsi terapeutici specifici – come la DBT (Dialectical Behavior Therapy) – che aiutano proprio a riconoscere e gestire emozioni intense, migliorare la regolazione emotiva e costruire relazioni più stabili e sicure. Un intervento psicoterapeutico strutturato potrebbe aiutarla a rielaborare le esperienze dolorose del passato, a sviluppare una maggiore autostima e a coltivare una forma di fiducia più solida nei confronti di sé e degli altri.

Il percorso non è semplice, ma è possibile. E può fare una grande differenza nella qualità della vita e delle relazioni.

Cordialmente,

Stefano Marchi - CentroMoses

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Dott.Stefano Marchi

Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale - Milano

  • Disturbo ossessivo compulsivo
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