Dott.ssa Susanna Bertini

Dott.ssa Susanna Bertini

psicoterapeuta, psicoanalista

Finalmente il mio malessere ha un nome: disturbo di Borderline

Salve,

vorrei raccontarvi la mia storia, così da avere qualche parere in più.

Ho quasi 28 anni e ogni giorno lotto contro questo male invisibile, che molte volte mi paralizza. La mia adolescenza è stata travagliata, i fenomeni di bullismo sono subentrati presto nella mia vita, sin dai tempi delle scuole elementari. La cosa peggiore però erano i litigi in casa, costanti, tra mamma e papà. Mi sentivo come se fossi tra due fuochi ed impotente di fronte alla gravità della situazione.

Ricordo che durante l'adolescenza ero una ragazza molto taciturna, con poche amiche, ma una di esse è stata importante perché mi ha indirizzato verso una psicologa. Quindi a 19 anni ho iniziato un percorso terapeutico che è durato sette anni, al termine dei quali la mia psicologa mi ha indirizzato al CPS della mia prpvincia. Lì mi hanno diagnosticato una psicosi che però si è dimostrata incorretta.

Infatti il mio psicologo attuale, molto competente, mi ha detto chiaramente che il mio è un disturbo borderline con sintomi psicotici. Quindi con lui dovrò prima eliminare questi sintomi e poi lavorare sul mio disturbo vero e proprio. Il fatto è che io sto prendendo un farmaco antipsicotico per i sintomi sopra citati, ma non sto prendendo nulla per il disturbo borderline. È il caso di rivedere la terapia o vado avanti senza prendere nient'altro finché non sarà arrivato il momento di affrontare il problema grosso? Inoltre ho molta paura di metterci tanto tempo a guarire, lo psicologo mi ha detto che ci vorranno degli anni, ma intanto la mia vita scorre e io cosa faccio? Non sono utile per nessuno, non riesco neanche ad alzarmi dal letto quando sono giù e andare a correre o visitare città come mi ha consigliato il mio psicologo. Non ha senso andare avanti con il solo scopo di lottare contro questo male e non riuscire a godersi la vita. Non ho mai tentato il suicidio però capisco bene chi lo fa e i trova nelle mie condizioni. Ho sempre bisogno di un punto di riferimento senza del quale mi sento persa. Non riesco a trovarmi un lavoro per paura di non essere continuativa e di mollare subito come ho fatto in moltri altri ambiti della mia vita. Sono alla ricerca continua della conferma che sono una nullità e una brutta persona. Vi chiedo di darmi il vostro parere, se la mia situazione è così grave, se posso diventare una persona come le altre tranquilla e serena. Grazie

Gentile Stefania,

mi sembra che abbia iniziato il percorso giusto! Certo è lungo e difficile ma sicuramente le permetterà un futuro ricco di soddisfazioni. Pur non conoscendola penso che lei abbia una grande forza interiore e questo mi rassicura sul suo futuro. Quanto al disturbo "borderline" si tratta di una situazione di confine fra una situazione di assoluta "tranquillità ed efficienza" a momenti di difficoltà e distruttività. Penso che a poco a poco potrà abbandonare i farmaci e man mano che la terapia procede affrontare le cause profonde del suo disagio che probabilmente hanno radici lontane nel tempo. forse connesse anche con la sua famiglia di origine. Per quanto attiene al lavoro non mi preoccuperei troppo dell'eventuale "discontinuità" in quanto ad essere discontinui oggi sono soprattutto i datori di lavoro.

Augurandole ogni bene la saluto.