Da pochissimo insieme, ma non facciamo l’amore
Buongiorno, Sono una ragazza di 35 anni e da pochissimi mesi mi frequento con un ragazzo di 38 anni. È una frequentazione che sta diventando una relazione in modo lento e direi anche sano, passo dopo passo, conoscendoci per bene e di questo sono felice perché per 8 anni sono rimasta single con frequentazioni malsane, disfunzionali e soprattutto incentrate solo sul piacere fisico. Lui mi sta dando quello di cui avevo bisogno finora: amore. L’unica cosa che non mi da, paradossalmente dalle relazione che ho avuto finora, è l’intimità e la scoperta di noi anche con il sesso: in 4 mesi abbiamo fatto l’amore solo 3 volte e non abbiamo ancora dormito insieme. Durante questi momento di intimità non c’è stato però nessun segnale di problemi di ansia da prestazione, non desiderio o altro ma anzi… mi sembrava perfetto in tutto!! Mi viene da collegare il tutto al fatto che questo ragazzo sta uscendo da un periodo brutto di depressione e ne sta uscendo grazie alla terapia, rimboccandosi le mani e cambiando molte cose della sua vita, ringraziandomi anche per aiutarlo ad uscirne. E per questo io lo assecondo molto, non facendogli pressioni e non troppe richieste, lasciandogli i suoi spazi, ma mi sto accorgendo di venire meno ai miei bisogni. Ci concentriamo molto su lui e i suoi problemi ma poco su di me. Per ora gli ho solo detto, delicatamente, che potremmo provare a dormire insieme e mi ha detto che fino ad adesso non è successo perché, a causa dei problemi di ansia, non dorme bene da solo, figuriamoci con qualcuno. Vorrei tanto parlargli ma ho paura di sbagliare, di mettergli ulteriore ansia oltre a quella che ha già per le sue cose. Non so come fare perché ho paura che scappi ma ho anche bisogno del contatto fisico, oltre alla dolcezza.
Ciao Elisa,
quello che racconti è un momento delicato e insieme prezioso. Dopo anni di legami sbilanciati, finalmente sei in una relazione che senti sana, lenta, fondata sull'affetto e sul rispetto. Ma accanto alla gratitudine, affiora una mancanza che pesa: l’intimità fisica si fa rara, come se qualcosa rimanesse sempre un passo indietro, anche quando i sentimenti sembrano camminare nella stessa direzione.
Hai fatto tanto per accogliere la fragilità di questo uomo, lasciando spazio, mostrando pazienza e comprensione. Ma adesso senti che una tua parte, quella che desidera contatto e vicinanza, è rimasta indietro. E il timore che lui possa allontanarsi, ti mette in una posizione difficile: proteggere il legame o proteggere te stessa?
Forse non serve scegliere. Forse puoi iniziare da una verità detta con dolcezza: “Sto bene con te. E proprio perché sto bene, sento anche il desiderio di avvicinarmi di più, anche nel corpo. Mi manca dormire insieme, sentire la tua presenza nella notte. Possiamo provarci, con calma, come tutto il resto?”.
Parlare non significa rompere l’equilibrio, ma renderlo più autentico. È nel momento in cui entrambi potete mostrarvi, con le vostre forze e le vostre paure, che una relazione si consolida davvero. E se l’altro non riesce, non è colpa sua. Ma nemmeno può essere un motivo per far tacere la tua verità.
L’amore si nutre di parole, ma anche di bisogni che si trovano. Non è un dettaglio, è parte del legame.
Un caro saluto,
Tommaso Puccioni