Dott. Umberto De Marco

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Dott. Umberto De Marco

Psicologo - Consulente in sessualità tipica e atipica - Ipnologo

Dubbi su disfunzione erettile giovanile

Salve a tutti. Ho 20 anni e sono un ragazzo non vedente. Questo lo devo scrivere come dettaglio (non per pietismi vari o atteggiamenti di questo genere). Mi sto frequentando con una ragazza vedente, e, per me, è la prima volta. Ho avuto un'esperienza con lei che io oserei definire terribile. Lei (seppur non era la prima volta era imbarazzata); io seppur lo nascondevo bene ero preoccupato, e in sostanza non sono riuscito ad ottenere più di una semi-erezione. Penetrazione 0; altre attività lei non se la sentiva...insomma, l'ho presa come un fallimento. Ne abbiamo parlato; e stiamo pensando dopo tempo di rivederci (in quel senso) ed io ho il timore che questa situazione si ripeta. C'è un rapporto speciale, e particolare; ma io (e questo duole molto ammetterlo al mio ego) mi sento per la prima volta confuso e insicuro; come un bimbo che non sa cosa fare; ma che vorrebbe maturare presto per risolvere questa cosa. P.S: ho aggiunto non casualmente il fatto che sono non vedente; perché io (seppur in genere simpatico, e caratterialmente brillante) ho dovuto affrontare spesso la ferita dell'esclusione; ed è come se una parte di me si stesse aspettando la delusione. è come se una parte di me dicesse: "preparati che tra un po' la fregatura arriva". E, beh, insomma un mix multisfaccettato di sentimenti che piano piano, forse, si scioglieranno! Grazie mille per la pazienza, e buona serata.

Quello che hai raccontato è qualcosa che tocca molti uomini, anche se quasi nessuno ha il coraggio di dirlo così chiaramente.
E te lo dico subito, senza giri di parole: non c’è nulla di strano, né di sbagliato, né di “rotto” in quello che è successo.

Anzi. Quello che hai vissuto ha una logica emotiva molto precisa, che merita di essere capita e non giudicata.

Punto #1: quello che è successo è normale. Davvero!

La prima esperienza con una persona nuova, in un contesto emotivamente carico e con un rapporto speciale… è la situazione perfetta per non avere un’erezione stabile.

Non perché “c’è qualcosa che non va”, ma perché la sessualità è profondamente collegata alla sicurezza, alla familiarità, alla possibilità di lasciarsi andare.

E quando si è:

  • emozionati,

  • impacciati,

  • un po’ intimiditi,

  • con il desiderio di “andare bene” per l’altra persona,

il corpo fa quello che deve fare per proteggerti: tira il freno a mano.

La tua erezione non è fallita. Ha solo risposto esattamente allo stato emotivo in cui ti trovavi.

Punto #2: la tua storia aggiunge un livello emotivo che va riconosciuto

Tu hai già chiarito una cosa importante: l'essere non vedente non è un “dettaglio identitario”, ma un elemento della tua storia relazionale.
E questo è cruciale.

Perché:

  • chi cresce sperimentando esclusioni, atteggiamenti giudicanti o pregiudizi,

  • chi si è dovuto costruire un’autostima “a mano”, controvento,

porta dentro una parte che rimane più vulnerabile all’idea di “non essere abbastanza”.

Quella voce che ti dice “tra un po’ arriva la delusione” è una voce antica, non è la tua ragazza, non è la realtà attuale, non è la situazione.

È una voce che cerca di proteggerti dal dolore, ma nel farlo… ti impedisce di fidarti del momento.

E quando c’è una ferita che sfiora l’autostima, la sessualità è il primo luogo in cui si sente il contraccolpo.

Punto #3: confunsione e insicurezza non sono segnali di immaturità

Sono segnali di coinvolgimento.

Se lei non contasse, se fosse tutto superficiale, se fossi distaccato… non avresti nessuna ansia, nessun timore, nessun dubbio.

Le erezioni più instabili sono sempre quelle con le persone che ci interessano davvero.

Il fatto che tu lo stia vivendo così intensamente è perché questa esperienza per te conta. E questo non è un limite: è un’indicazione della qualità del legame.

Punto #4: cosa accadrà la prossima volta?

Ti dico la verità professionale e anche umana:

Se cerchi di “fare meglio”, non andrà meglio.

Se cerchi di vivere il momento, è molto più probabile che tutto fluisca.

Qualche punto concreto:

  1. Non pensare in termini di "riuscire/non riuscire: La sessualità non è un esame. Non c’è una performance da superare.
  2. Parla apertamente di cosa ti fa sentire a tuo agio: Non devi “sapere tutto”, non devi “comportarti da esperto”. La vera maturità sessuale non è “fare”, ma coordinarsi, ascoltare, esprimersi.
  3. Iniziate senza l’obiettivo della penetrazione: La penetrazione è solo una delle possibilità, e non è il “traguardo”.
  4. Datevi tempo per ritrovarvi nella sensazione, non nel gesto: Lo stato di eccitazione è un processo graduale, non un interruttore.

Punto #5: la tua parte vulnerabile va accolta, non combattuta

Quella voce che ti dice “preparati alla delusione” non va zittita con la forza. Va riconosciuta come parte della tua storia.

Potresti dirle qualcosa come: “Lo so che mi vuoi proteggere. Ma adesso non è più come allora. Posso rischiare un po’ di più, perché sto scegliendo una persona che non è un mio passato.

A volte questa semplice operazione interna calmerebbe metà dell’ansia.

In sintesi

  • Non hai fallito. Hai reagito come reagisce chi è coinvolto e vulnerabile.

  • La tua storia rende comprensibili i tuoi timori.

  • La prossima volta sarà diversa se la vivi come un incontro, non come un test.

  • La tua vulnerabilità non ti sminuisce: ti rende umano, autentico, e molto più maturo di quanto credi.

E soprattutto: non sei solo in questo. Migliaia di uomini vivono esattamente ciò che stai raccontando, ma non hanno il coraggio di dirlo così chiaramente.

Tu l’hai fatto. Ed è già un passo enorme.

Se vuoi, possiamo anche approfondire insieme strategie pratiche per gestire l’ansia anticipatoria, o modi per comunicare con lei in modo che la situazione diventi più morbida e naturale.

Se quando ti sentirai pronto, sono qui.

Un abbraccio
Umberto De Marco

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Dott.Umberto De Marco

Psicologo - Consulente in sessualità tipica e atipica - Ipnologo - Napoli

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