Dott.ssa Valentina Bennati

Dott.ssa Valentina Bennati

psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R.

Trans o No?

Ho letto una domanda precedente aperta da una ragazza che si credeva omosessuale ma che aveva paura di essere trans. E leggo su internet che ci sono tanti casi simili.
Io sono uno di questi. Da quando, qualche mese fa, mi sono posto la domanda se sono trans, se in realtà mi sento donna, non riesco più a non pensarci. Ho 23 anni ed è la prima volta nella mia vita che penso una cosa del genere.
Prima ancora invece, un anno fa, il dubbio era se ero omosessuale o no.
Ora diciamo che è rimasto solo quello della transessualità perché mi sembra come se raccolga al suo interno anche l'altro.

Il fatto determinante, credo, in me (e probabilmente anche negli altri casi) è che mi sono percepito sempre maschio. Depresso ma uomo, ho sempre sbavato dietro alle ragazze e mi sono sempre piaciuti gli abiti e i giochi maschili.

Tuttavia non riesco a liberarmi della domanda perché mi fa sentire più pieno, in particolare mi fa sentire parti del corpo più piene e più libere (come l'interno della pancia e l'addome) che altrimenti non sentirei. E anche la mente è più rilassata quando accetto questa credenza interiore (non so come chiamarla al momento), nonostante la paura di fare una transizione sia tanta. Ma se non alimento costantemente questo "sì" , questa accettazione, la sensazione di pienezza se ne va.

Di solito, senza generalizzare troppo, quando una persona è trans o omosessuale è perché gli piace qualcosa che "non dovrebbe". In questo caso invece l'idea non mi piace, almeno non consciamente, ma mi fa sentire meglio. Se vale qualcosa, non mi sono mai sognato donna e ho sempre fatto sogni erotici da uomo con le donne.

Eppure, quando mi faccio queste domande tutto mi sembra possibile. E se le rifiuto mi sento solo peggio. Per chiarirmi le idee ho anche provato a frequentare dei ragazzi e a baciarne uno, ma mi è sembrato strano e non particolarmente piacevole. Mentre con le ragazze mi sento spinto da una carica erotica.

Ho dato tutti questi particolari perché i suggerimenti di solito si dividono sempre in due:
-Hai un doc, risolvilo.
-Puoi essere sessualmente e identitariamente ciò che vuoi, quindi sentiti libera/o.

Il problema è che il dubbio, la difficoltà rimangono e non so bene che fare.

Al momento sono convinto che per stare meglio dovrò fare la cosa difficile, e cioè accettare questa cosa dentro di me e cambiare sesso (anche se non so se mi sentirò mai naturale come donna). E al contempo penso che, una volta che questo problema sarà risolto, la sensazione di pienezza in parte se ne andrà e arriverà un altro doc a rompere le palle.

E' possibile che un DOC faccia sentire meglio, più pieni?

Ho avuto un terapeuta che mi ha aiutato in passato con la paura di non piacere alle persone, alleviando così il mio stato depresso. Ma non mi ha mai saputo spiegare perché questa cosa dell'omosessualità/transessualità, pur ritenendolo un DOC, mi facesse sentire meglio.

Vi leggo sul sito e siete carinissimi.
Ogni risposta e ogni consiglio sono graditi.
In più, dato che è una cosa che mi pesa molto, vi chiedo se avete il contatto di qualche massimo esperto in materia.
O conoscete ragazzi/ragazze che hanno superato una fase simile con successo?

Caro Alessandro, ogni disturbo ha la sua funzione, ci dice qualcosa di noi. La storia dalla quale veniamo poi ci aiuta a capire perché siamo vulnerabili a sviluppare quel tipo di difficoltà e non un'altra e quali significati ci sono dietro il sintomo che manifestiamo. Per rispondere alla sua domanda direi di sì, è possibile! Proprio per il significato che diamo a questi pensieri. La terapia cognitivo-comportamentale spiega molto bene il funzionamento ossessivo e come si mantiene e per esperienza dà ottimi risultati. Le consiglio di cercare un terapeuta di questo orientamento nelle sue vicinanze. Le auguro il meglio!