Dott.ssa Valentina Russo

Dott.ssa Valentina Russo

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

L'età della contestazione

Abbiamo una bambina di 9 anni che fino a poco tempo fa era timida, sempre attaccata ai genitori e bisognava spesso invogliarla a fare delle nuove esperienze. Da un po' di tempo a questa parte, pur persistendo alcuni tratti di forte timidezza (imbarazzo con persone estranee, parlare a bassa voce in pubblico, tendenza a seguire le altre amiche piuttosto che a essere leader del gruppo) io e la madre assistiamo da un lato a un regresso verso alcuni atteggiamenti infantili (pollice in bocca, paura del buio, richiesta di dormire nel lettone) dall'altro a esplosioni di insofferenza e di contestazione verso noi genitori, che ricordano piuttosto la nostra esperienza di post-adolescenti con i nostri genitori: quando le si fa notare qualcosa di sgradito risponde alzando la voce e strillando; in generale risponde strillando a qualsiasi cosa le venga detto (quando proprio non ha particolari argomentazioni grida: "non è vero!"); si gira e va via mentre le si parla (anche sbattendosi la porta alle spalle o chiudendosi in camera, a volte anche a chiave); quando ce l'ha su con noi ha preso a utilizzare mani e piedi per dare blandi pugni e calci. In generale si contrappone ai genitori, spesso con fare di sfida, provocando, continuando a tenere l'atteggiamento che le si è chiesto di smettere, finché qualche volta non ci scappa anche il ceffone e poi piange lungamente facendo la vittima. Si percepisce che non c'è più sovraordinazione tra il ruolo di genitore e quello di figlio perché spesso giudica apertamente il nostro comportamento come potrebbe farlo un adulto, dicendo anche cose tipo: vorrei essere figlia di separati, vorrei un altro padre (con la madre) e un'altra madre (con il padre). Quando è tranquilla invece è una bambina che dimostra meno della sua età, per intraprendenza, richieste di autonomia, per i giochi che fa. Questo clima di guerra fredda casalinga sta incominciando a logorare i nervi di due genitori che si sono spesi all'inverosimile per questa figlia. Chiediamo consiglio per gestire questa difficile situazione .

Cari genitori, forse vi siete spinti troppo con lei o forse vostra figlia sta cercando di dirci qualcosa evidenziando un suo malessere! Primo c'è da verificare se a scuola, in casa, in palestra, ovunque insomma, non ci sia qualcosa che le faccia paura o che le crei disagio, fatto questo con le dovute cautele ovviamente, si passa a dare delle regole ferree sul suo comportamento: se non ti comporti bene o manchi di rispetto avrai una punizione (niente ti, niente festina..) qualcosa a cui lei tiene veramente...pian piano imparerà a comportarsi meglio...potrebbe stare chiedendo solo attenzione (per un disagio o anche un cambiamento improvviso in casa!), la punizione farà capire che ci stiamo interessando a lei ma con delle regole...Buon lavoro e in bocca al lupo!!