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Dott.ssa Valentina Sciubba

Psicologo, Psicoterapeuta, Psicosomatista

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Dott.ssa Valentina Sciubba

Psicologo, Psicoterapeuta, Psicosomatista

  • Roma (Prenestino Centocelle)
  • consulenza online

Non ho voglia di andare a lavorare

Buongiorno.
Vorrei esporre un mio problema specifico che, probabilmente, dipenderà anche da una mia insicurezza di fondo, ma vorrei ricevere qualche spunto per poterlo affrontare in maniera più serena. Arrivo al punto: “Non ho voglia di lavorare”.

Ho avuto molte esperienze professionali, in una moltitudine di settori, ma non ho mai trovato un impiego che mi soddisfacesse. In ogni lavoro ho sempre trovato lati negativi che sovrastavano quelli positivi. Ad eccezione di un paio di esperienze a tempo determinato, affrontate più come un gioco che come un lavoro, non sono mai stato contento di andare a lavorare.

L’ho fatto solo per guadagnare e per “compiacere la gente”. Adesso che ho 40 anni e dovrei essere più maturo ed avere la cosiddetta testa sulle spalle, non sono cambiato. Nonostante abbia un impiego a tempo indeterminato, non sono per niente soddisfatto.

Mi annoio a lavorare e non vedo l’ora di tornare a casa. Penso tutti i giorni di dimettermi, ma non lo faccio, perché mi dispiacerebbe rinunciare ad uno stipendio (anche se questa rinuncia non influirebbe in maniera incisiva sul budget familiare e sul mio tenore di vita) e per “non vergognarmi” di fronte alla gente, dicendo che preferisco stare a casa, piuttosto che lavorare.

Però mi chiedo: “Vale la pena lavorare solo per poter dire agli altri che si ha un’occupazione”? “Vale la pena lavorare solo per guadagnare uno stipendio?”.

Vi sarei grato se mi deste qualche consiglio e qualche spunto di riflessione per affrontare questo mio cruccio. Vi chiederei, se possibile, di pubblicare questa mia domanda in maniera anonima e di trasmettermi la risposta privatamente, tramite e-mail.

GRAZIE.

Gentile signore,

c'è una quota di persone che vivono di rendita, il che non significa che non lavorino del tutto, in quanto il loro lavoro consiste in genere nel prendersi cura delle proprietà che permettono loro la rendita. Solitamente questo impegno non è così continuo e sistematico come ad es. quello di un lavoratore dipendente o così stressante e frenetico come a volte è quello dei lavoratori autonomi. A volte basta a queste persone un giorno o due di lavoro a settimana.

D'altra parte il lavoro è assolutamente essenziale perché rappresenta la sopravvivenza e l'autorealizzazione. E' più importante in questo senso dell'avere dei figli e una famiglia acquisita.

Spero che questi spunti siano ciò che chiedeva, in ogni caso penso potrebbe e dovrebbe approfondirli con un professionista, anche al limite con una consulenza psicologica, che può chiedere anche on line.

Cordiali saluti

 

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