Dott.ssa Valeria Crepaldi

Dott.ssa Valeria Crepaldi

psicoterapeuta, neuropsicologo

Da due mesi soffro di attacchi di ansia/panico

Buon pomeriggio a tutti,
Sono un ragazzo di 22 anni e vi descrivo il più dettagliatamente possibile quello che provo.
Circa 2 mesi fa, mi è capitato di dover andare a parlare ad un mio superiore per un lavoro eseguito male da una persona a me subordinata (il superiore è una persona molto autoritaria con cui però non ho mai avuto brutte esperienze) e non appena mi sono ritrovato di fronte a lui nel suo ufficio, non riuscivo a parlargli e mi sono bloccato, con un respiro faticoso, come se stessi per piangere e difatti mi ha mandato via capendo la mia situazione.
Da quel giorno, entrato ormai in paranoia, anche in occasioni molto più blande, anche semplicemente nel parlare con ragazze o miei pari colleghi, mi succede di sentirmi sempre “sotto osservazione” e mi succede di agitarmi come allora.
Siccome sono giovane e non voglio che questo implichi una vita tormentata (mi tormenta questa cosa da due mesi), vorrei avere un parere su cosa potrebbe essere e come potrei affrontarla.

Grazie in anticipo.
Saluti

Caro Mattia, quello che hai sperimentato è un attacco di panico. L’attacco di panico fa parte dei disturbi d’ansia, un’emozione primordiale e, per questo, molto potente; è il retaggio di un sistema di allarme che permetteva all’uomo primitivo di essere sempre allerta per potersi mettere in salvo in caso di necessità, un sistema di difesa. Alla luce di questa interpretazione, l’ansia diventa un disturbo solo quando l’intensità è sproporzionata rispetto allo stimolo che l’ha generata. Al giorni nostri i fattori scatenanti l’attacco possono essere correlati allo stress; periodi di particolare tensione, fatica psicologica, preoccupazione, responsabilità possono contribuire a scatenarlo.  Il primo attacco è dirompente, arriva come un fulmine a ciel sereno e non può essere in alcun modo interrotto, sfugge al controllo e la persona si sente vulnerabile, il che non fa altro che acuire l’ansia già presente. Il vissuto di incomprensibilità e l’impossibilità di attribuire all’evento una spiegazione logica, sono causa di forte inquietudine, talora anche di rabbia. L’intensità degli attacchi di panico e la loro imprevedibilità sono tali da indurre una sorta di “paura della paura”, la cosiddetta ansia anticipatoria. Il terrore che si verifichi un nuovo episodio limita l’autonomia e la libertà della persona che ne soffre innescando, dunque, un circolo vizioso che può trasformare il singolo attacco di panico in un vero e proprio disturbo di panico.

Benissimo quindi che tu abbia trovato il coraggio di parlarne fin da subito e la motivazione per affrontare il tuo problema. Quello che ti consiglio, in base alla mia esperienza, è la Terapia Cognitivo Comportamentale. In 8-12 sedute imparerai a scoprire le tue fonti di stress; aumentare la tolleranza all’ansia e ristabilire un senso di sicurezza; indebolire la sensibilità e l’interpretazione catastrofica errata di fronte alle sensazioni fisiche (respiro corto, tachicardia, tremore, …); incrementare le capacità di adozione di spiegazioni alternative realistiche dei sintomi; eliminare eventuali comportamenti di evitamento disfunzionali.

Resto a disposizione nel caso tu ritenga utile un supporto di questo tipo.