Mio figlio di 13 anni viene allontanato dai coetanei, è spesso deriso

Buonasera, mi chiamo Anna ho 41 anni e sono mamma di tre splendidi figli. Ho un problema che mi sta “uccidendo“ lentamente .... sono seriamente preoccupata di non riuscire a gestire tutta questa sofferenza. Sono nuovamente arrivata a non dormire più in modo continuativo, a non mangiare regolarmente. La mia difficoltà nasce dalla socializzazione dell'ultimo dei miei figli (13 anni), non ha un amico, viene “allontanato“ dai coetanei, è spesso deriso e diventa con facilità la valvola di sfogo del gruppetto di turno. Lui sembra non scoraggiarsi, mette tutto l'entusiasmo (in molti casi in modo eccessivo) per avere rapporti con gli altri. Quando è con i coetanei ride di continuo, tocca, diventa sinceramente fastidioso, è “immaturo“ nelle relazioni, anche perché non ha avuto molto modo di sperimentare. Abbiamo provato a cambiare “amici“, scuola, ambiente sportivo ma con ogni nuovo contesto si ripresentano le medesime problematiche. Capisco che possa sembrare banale la situazione e che forse dovrei affrontarla con una maturità maggiore ma in questo momento non ne sono capace. Ho già provato ad affrontare la problematica con due terapie (sistemico relazionali) ma senza ottenere i risultati sperati. Chiedo un consiglio circa il tipo di terapia psicoogica da seguire in questo caso e eventuali consigli di chi si occupa nella mia zona (Lucca) di tali difficoltà. grazie. Anna

Buonasera Sig.ra Anna. Innanzitutto mi sento di dirle che la questione che pone è tutt'altro che "banale". È molto bello anzi che una madre sia così attenta alla vita sociale dei propri figli, fondamentale durante l'adolescenza. Mi chiedo poi cosa intenda quando dice che  non ha ottenuto i risultati sperati con le terapie...per quanto tempo siete stati seguiti? È stato visto tutto il nucleo familiare o solo il figlio? Il ragazzo che rapporto ha con i fratelli? A scuola cosa dicono? Detto ció,  premettendo che i dati sono davvero pochi, mi sentirei di consigliarle un approccio più "psicocorporeo", magari supportato da un percorso con uno psicomotricista ad esempio. Oltre (e qui vado sul "banale" anche io) a valutare se iscrivere il ragazzo ad uno sport di squadra che abbia forte il senso del gruppo (il rugby ad esempio). Le auguro il meglio.