Dott.ssa Verusca Giuntini

Dott.ssa Verusca Giuntini

Psicologa Psicoterapeuta Terapeuta E.M.D.R.

Consulto su una diagnosi

Salve, poco tempo sono stato al CSM a una seduta con uno psicologo e un neuropsichiatra al termine della quale è stato comunicato che la situazione non si presentava urgente ma un intervento era necessario, quindi mi è stata consigliata la psicoterapia. Non c'era una diagnosi specifica. Poco tempo dopo mio padre parlò con quello psicologo che gli disse che il problema era comune nelle persone come me e che da quella seduta avera capito che ero molto intelligente. Non sono mai riuscito a fare una seduta di psicoterapia per ovvie ragioni... Tuttavia ho cercato su internet i miei sintomi nella considerazione del fatto che il mio era un problema comune. So che le autodiagnosi non hanno senso di esistere ma ho notato affinità con il borderline (non credo sia la diagnosi perché altrimenti credo mi sarebbe stato comunicato il nome del mio problema). Volevo semplicemente chiedere (nella considerazione che nemmeno io lo credo molto probabile) se fosse possibile che dopo una seduta di fronte a due specialisti del CSM potesse sfuggire una diagnosi di borderline. Spero di essere  stato esaustivo ma se sarà necessario aggiungerò altri dettagli della vicenda. Grazie in anticipo per la risposta.

Gentile Mattia,

Come lei stesso ha già compreso, io non credo che le autodiagnosi abbiano senso... e, in verità, penso che, se lei ha portato con onestà il suo problema ai colleghi del CSM, questi non possono non essersi resi conto... 

Il problema della diagnosi è molto complesso (tempo fa gli ho dedicato un articolino di cui le metto il titolo: - Per un approccio alla diagnosi... "in sintesi"! - se ha tempo e interesse lo legga).

Non tutti i pazienti desiderano ricevere un feedback diagnostico e non tutti i clinici usano darlo, soprattutto in prima battuta.

Il rischio più grande è che ne venga recepita solo l'etichetta, mentre quello che conta è il modo in cui la persona esprime quel sintomo e lo gestisce nella sua vita; il motivo per cui il disagio si esprima con quei caratteristici sintomi o il motivo per cui una persona  abbia strutturato quel certo tipo di personalità: i sintomi, un carattere, i disturbi di personalità, ecc, si organizzano in ragione di molti fattori (soggettivi, genetici, relazionali...) per adattarsi nel migliore dei modi alĺ'ambiente e sopravvivere psicologicamente.

Altro punto fondamentale è cosa poi ci si faccia con la diagnosi ricevuta. Infatti una diagnosi non è un titolo statico, ma un punto di partenza per impostare un lavoro terapeutico affinché il paziente ne tragga giovamento.

Le vorrei infine domandare: - cosa vuol dire che non ha mai fatto psicoterapia "per ovvie ragioni"? -

Glielo chiedo perché secondo me si può fare molto con una psicoterapia (anche di gruppo) a 18 anni! ...può fare la differenza per la sua vita futura.

Le consiglio di pensarci, di affidarsi ad un/una professionista e di stabilire con lui o lei una buona relazione... parte tutto da lì... 

Le faccio un grande in bocca al lupo.

Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, mi può contattare dal modulo "scrivimi" presente sulla mia scheda.

Un saluto :)