Dott.ssa Verusca Giuntini

Dott.ssa Verusca Giuntini

Psicologa Psicoterapeuta Terapeuta E.M.D.R.

Non trovo il mio senso

Salve , sono una ragazza di quasi 20 anni. Tutti mi vogliono bene e ho dei buoni amici , ma io non capisco perché. Sento di essere una persona che non ha nulla da dire, vacillo anche sull'essere sicura di cosa mi piace, sull'avere delle passioni. Sento di aver sempre avuto paura di commettere degli errori con gli altri, quindi sono sempre stata attenta a far si che tutto andasse liscio, talvolta anche eclissando me stessa. Mia sorella maggiore è sempre stata una un po' turbolenta, e nell'adolescenza una vera ribelle, così io sono cresciuta a pane acqua e "non diventare come tua sorella", temo che la paura di non commettere errori ora mi abbia reso una persona senza un senso. In casa mia come anche con gli altri tutti si sfogano con me, mia madre se ha bisogno di sfogarsi parla con me , mia sorella di 27 idem, e mio padre sgancia problemi e poi fa direttamente finta che i problemi non esistono. Con tutte le persone che conosco io sono un po' un posto sicuro con cui possono analizzare e parlare all'infinito dei loro problemi , di cosa pensano e di cosa provano. Io però non ci riesco, mi sento stupida quando si tratta di me, non capisco perché gli altri credano che io abbia delle qualità, non capisco se le ho davvero , ogni giorno mi dico di buttarmi e andare per tentativi, capire cosa fa per me e cosa no, ma io ho il terrore di restare segnata da una scelta sbagliata. Così sto sempre in un'infinita via di mezzo che mi fa sentire un completo nessuno.
So che a 20 anni è normale non sapere chi siamo, so che domani non mi sveglierò sapendo cosa voglio fare della mia vita, ma non so davvero dove mettere le mani e vivo in un continuo stato di stress, sono molto insicura e mi sento sempre inferiore a chiunque. Reputo i miei problemi sempre meno importanti , e se magari una cosa non mi fa stare bene tendo a banalizzarla. Questo scritto è tanto confuso quanto me e mi dispiace. Mi piacerebbe ottenere qualche consiglio, spunto di riflessione

Cara Francesca, 

Lei pone un problema di definizione di sé, della sua identità e, più estesamente, di tipo esistenziale.

L'essere umano ha una "molteplicità" interiore e non è semplice averne un quadro chiaro né, tanto meno, integrato.

Alla sua età poi (lo dice anche lei) è probabile che ci siano difficoltà del tipo che descrive.

Se desidera approfondire la conoscenza di sé o armonizzare la sua personalità, la strada è quella di fare una psicoterapia con approccio dinamico o esistenziale. 

Nel frattempo le suggerisco un paio di piccoli esercizi che, se portati avanti nel tempo, le possono regalare un pizzico di consapevolezza personale in più:

  1. Nel momento in cui gli altri le rimandano di avere qualità positive, cerchi di fermare l'automatismo che gliele fa "respingere"; lo sospenda e provi ad accogliere la qualità così com'è, osservandola senza giudicarla.
  2. Nel momento in cui sente che gli altri apprezzano la sua presenza, ne accolga la sensazione che prova (anche se spiacevole) senza giudicarla.
  3. Si prenda un momento per scrivere su un quaderno le qualità positive che, secondo lei, possiede e accanto a ognuna scriva il perché.

Non è semplice, ci vuole allenamento, perseveranza, ma vedrà che sarà possibile. 

Un automatismo può scattare in ragione di credenze negative o confuse su se stessi, di abitudini reattive o di subpersonalità che reagiscono senza "riflettere", al di fuori di una reale consapevolezza. In questo modo ci boicottiamo la possibilità di un'esistenza soddisfacente.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o informazioni.

Mi può contattare attraverso il modulo "scrivimi" presente sulla mia scheda.

Un saluto cordiale.

Dott.ssa Verusca Giuntini